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FAITES INTERNES 1:CONTINUATION 355

1 Avril 2016 , Rédigé par Dott.GIUSEPPE CIANCIMINO TORTORICI

1 APRILE 2016:RUBI TER,VERGOGNA POLITICA

-SU LA REPUBBLICA:

Processo Ruby ter, la Giunta per le immunità del Senato boccia accordo su utilizzo intercettazioni Berlusconi

L'intesa prevedeva il via libera solo per una parte degli ascolti dell'ex premier con le olgettine. Stefano: "Mi devo dimettere, ora i tempi si allungheranno"

di LIANA MILELLA

30 marzo 2016
Processo Ruby ter, la Giunta per le immunità del Senato boccia accordo su utilizzo intercettazioni Berlusconi
Silvio Berlusconi (lapresse)
ROMA - Colpo di scena alla Giunta per le immunità del Senato. Con un voto a sorpresa e una maggioranza anomala - M5s, Forza Italia e il democratico Casson - è stata respinta la proposta del presidente Dario Stefano (Sel) di autorizzare solo una parte delle intercettazioni tra Berlusconi e le olgettine nel processo Ruby Ter. Processo in cui Berlusconi è accusato di corruzione di testimoni.

A favore della proposta Stefano ha votato il gruppo del Pd, mentre i centristi Augello e Giovanardi si sono astenuti.

Il presidente Stefano, nella veste di relatore del caso Berlusconi, su 11 intercettazioni da autorizzare, aveva chiesto il via libera soltato per due. Su questo era d'accordo anche il gruppo del Pd. In dissenso Casson che invece voleva autorizzare tutte le intercettazioni "altrimenti il diniego avrebbe tolto al processo dei documenti fondamentali". Ovviamente ne ha approfittato Forza Italia che era del tutto contraria all'autorizzazione, mentre il Movimento 5 Stelle è sulle posizioni di Casson.

Berlusconi aveva scritto proprio oggi una lettera alla giunta per chiedere uno slittamento del voto. La conseguenza è che adesso si dovrà nominare un nuovo relatore e ricominciare da capo tenendo che la richiesta dei magistrati di Milano è già in attesa dall'ottobre 2015.

"Quale relatore ho fatto di tutto, anche al di là delle mie più strette convinzioni personali, affinchè in Giunta prevalesse una soluzione condivisa, ma il mio sforzo è stato vano anche per le divisioni all'interno degli stessi gruppi" - ha detto Stefano - "Con uno sforzo di mediazione ho acceduto alla richiesta di un senatore del PD di limitare la proposta favorevole esclusivamente per le prime due sulle due utenze della Guerra e per la prima su quella della Berardi, ma è stata respinta anche per le astensioni ed i voti in dissenso. E poi per il voto contrario del centrodestra e di Forza
Italia, che pretendevano un diniego totale"

"Ora le regole mi impongono di lasciare l'incarico di relatore. Il procedimento penale viene ulteriormente rallentato e chissà quando ora si potrà dare una risposta alla magistratura", ha concluso Stefano.

http:/repubblica.it/politica/2016/03/30/news/processo_ruby_ter_la_giunta_per_le_immunita_del_senato_boccia_accordo_su_utilizzo_intercettazioni_berlusconi-136583806/?ref=HREC1-11

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REAZIONE:ANCORA UNA VOLTA LA POLITICA METTENDO OSTACOLI ALLA GIUSTIZIA.VERGOGNA.

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2 APRILE 2016:TOCCA A BARBARIN,ATTUALIZAZIONE

-SU LE MONDE:

LE MONDE | Mis à jour le | Par Cécile Chambraud (Lyon - envoyée spéciale)

 

Le Cardinal Philippe Barbarin lors d'une messe à la cathédrale Saint-Jean à Lyon le 25 mars 2016.
Le Cardinal Philippe Barbarin lors d'une messe à la cathédrale Saint-Jean à Lyon le 25 mars 2016. ROBERT PRATTA / REUTERS

Les fêtes de Pâques passées, le cardinal Philippe Barbarin revient au centre de l’actualité judiciaire. Mercredi 30 mars, une perquisition a eu lieu dans les locaux de son diocèse, à Lyon. Deux enquêtes préliminaires, ouvertes après le dépôt de plaintes portant sur des faits de non-dénonciation d’agressions sexuelles sur mineurs par des prêtres et visant l’archevêque de Lyon et certains de ses collaborateurs, sont entrées dans le vif du sujet. Les services du primat des Gaules se sont dits prêts à « coopérer en toute transparence avec la justice ». André Soulier, son avocat, l’a résumé à sa façon : « Pour le cardinal, c’était opération portes ouvertes et tiroirs ouverts. » Dans ce climat, d’anciennes affaires, parfois classées, concernant d’autres prêtres, remontent à la surface à la demande de personnes se disant elles-mêmes victimes.

Après avoir fait le dos rond plusieurs mois pendant la mise au jour des agissements du père Bernard P., le cardinal Barbarin s’efforce de redresser son image. En quelques jours, il s’est adressé directement à différents publics qui ont découvert avec effarement l’ampleur des agressions sexuelles commises sur des enfants par l’ancien aumônier du groupe scout Saint-Luc de Sainte-Foy-lès-Lyon, mis en examen en janvier pour des faits commis entre 1986 et 1991. Et qui se demandent pourquoi il est demeuré au contact d’enfants jusqu’en août 2015.

Il a été urgent de revoir la stratégie

Donnait-il le sentiment d’ignorer les victimes du prêtre (il n’a rencontré qu’Alexandre, l’ancien scout...

http:/lemonde.fr/societe/article/2016/04/01/le-cardinal-barbarin-dans-la-tourmente_4893708_3224.html 
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REAZIONE:TROPPO TARDI.

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3 APRILE 2016:BERLUSCONI PARLA A SBAMBERA

-SU IL  GIORNALE:

ilgiornale.it

Forza Italia, Silvio Berlusconi: "Riportiamo al voto la gente"

Claudio Torre - Sab, 02/04/2016 - 18:31

Forza Italia intende "riportare a votare tutta quella gente che non va più a votare".

 

Per farlo Silvio Berlusconi rilancia l’idea di un "esercito di missionari" con l’incarico di cercare voti, "programma alla mano", fin dalle prossime amministrative, definite "banco di prova" insieme al referendum costituzionale di ottobre. Il leader di Forza Italia lo ha detto in un collegamento telefonico con la convention del partito in corso a Arezzo.

 

Dai forum che ho fatto con queste persone - ha aggiunto Berlusconi - è venuto fuori un nuovo programma che chiede più equa pressione fiscale, che punta a rivedere il sistema giustizia, che prevede ad escludere dalla legislatura successiva chi cambia partito o quella precedente. Un programma nuovo che durante i forum ho sottoposto alle persone che ho incontrato. È emerso - ha proseguito - che deve emergere un governo con una maggioranza di persone che vengono dalla vita reale, persone di successo capaci di fare. Il nostro compito è andare a trovare queste persone che non votavano più e riportarle a votare proprio in virtù di questo programma che riparte dalla gente è che è stato approvato dal 70 per cento dei presenti ai forum". Quanto all’ "esercito di missionari che cerchino voti con questo programma alla mano", si tratta di "solo una delle strategie che utilizzeremo per vincere le elezioni: c’è la possibilità che il nostro paese - ha detto Berlusconi - torni dentro la democrazia è che garantisca a tutti la libertà. Le elezioni amministrative potrebbero essere già un banco di prova insieme al Referendum che si farà ad ottobre".

Poi un riferimento alla città che ospita la convention di Forza Italia: "Arezzo è una città strappata alla sinistra nel centro di potere renziano, potere che voi vivete ogni giorno in prima persona vedi quanto accaduto a Banca Etruria. Per questo sono grato a tutti voi. Sarò spesso con voi ad affiancarvi in questa battaglia per la libertà. Siete stati capaci di vincere ad Arezzo, a Pietrasanta e spero che vincerete anche a Grosseto.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/forza-italia-silvio-berlusconi-riportiamo-voto-gente-1241733.html

REAZIONE:BERLUSCONI HA BLOCCATO E BLOCCA ANCORA TUTTE LE OPPOTUNITA DI FARE CADERE IL GOVERNO E TORNARE ALLE URNE PUR DI RESTARE L'ULTIMO PREMIER ELETTO DIRETTAMENTE DAL VOTO.HA MANOVRATO PER INSEDIARE MONTI,LETTA A QUESTO SCOPO E POI NON HA ESSITATO A COLPIRE BERSANI E INALZARE RENZI TRAMITE IL PATTO DEL NAZARNO A CUI TUTT'OGGI SOSTIENE SIA DIRETTAMENTE COI SUOI VOTI,SIA CON IL VOTO DEI SUOI ESCINDITI COME ALFANO E VERDINI.

FARE TORNARE AL VOTO?BERLUSCONI CHE OLTRE A DELINQUENTE DI COLLO BIANCO CONDANNATO GIA,E' CADAVERE POLITICO. E POI DICE CHE SUCCEDONO COSE CHE NON HANNO SUCCESSO:L'ASTENZIONISMO E' IN CALO E I VOTI CHE LUI RICHIAMA,CIO'E' QUELLI DEL PARTITO DEL NON VOTO LI HA PRESO GRILLO,L'ALTRO CHE NON NE VUOLE SAPERNE NIENTE DI TORNARE ALLE URNE.E' A LUI CHE DEVE CONTENDERE QUELLI VOTI

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4 APRILE 2016:VITTORIA

-TITOLARE SU GOGLE NEWS:

Romagna Noi
Renzi: Emendamento è roba mia. Se pm vogliono sentirmi, eccomi
Romagna Noi  – ‎1 ora fa‎
“Quell’emendamento è roba mia, ho scelto io di fare questo emendamento e lo rivendico con forza. L’idea di sbloccare le opere pubbliche e private l’abbiamo presa noi. La rivendico, per Tempa rossa così come per Pompei, per esempio, e Bagnoli”.
Editoriale:Inchiesta Potenza: Renzi, Tempa Rossa e’ roba mia La Repubblica
Approfondimento: «Rivendico l’emendamento, l’ho voluto io»Il Messaggero
 
Correlati Matteo Renzi » Petrolio »
REAZIONE:A CONFESSIONE DI PARTE RILEVO DI PROVE.
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5 APRILE 2016:BOSCHI E RENZI,IL PARRICIDIO NON PASSA
 
-TITOLARE SU IL GIORNALE:
Etruria, governo contro Bankitalia Boschi sfida: "Non lascio per papà"
 
REAZIONE:IN AREA CATTOLICA ELETTRA E EDIPO NON PRENDONO CORPO NEL PSICHISMO DEI GIOVANI.LA BOSCHI E RENZI NE SONO LA PROVA VIVENTE:LA BOSCHI HA EFETTUATO PARRICIDIO SULLA PELLE DELL'ETRURIA E OGGI NE DEVE PAGARE LE CONSEGUENZE DI QUESTA PRECOCE REPRESSIONE FAMILIARE NELLO SVILIPPO DEI GIOVANI ITALIANI:APPUNTO,DECRETATA LA MORTE DEL PADRE OGGI E' LEI L'IMPUTATA.
E RENZI,FORSE VEDENDO NELLO SPECCHIO GENTILIZIO  BRUCIARE LE BARBE DELLA SUA VICINA METTE SUBITO LE SUE A SCIAQUARE E SI OFFRE COME CAPRO ESPIATORIO,FORSE IN SOLIDARIETA CON QUI NON HA COMESSO IL PECCATO DI ELETTRA,FORSE COME VITTIMA PROPIZIATORIA DEL MANCATO COMPLESSO DI EDIPO.LEI IL PADRE NON LO AMA,LUI SI.COME CONSEGUENZA DI QUESTA FORMAZIONE CATTOLICISSIMA DEI GIOVANI ITALIANI PAGHERANNO LE CONSEGUENZE LA CARICA DI MINISTRO E QUELLA DI PREMIER.DA NOI LA RELIGIONE E' COSI,AL DI SOPRA DELLA POLITICA.PRONTI A SACRIFICARE QUESTA NELL'ALTARE DELL'ALTRA.

FREUD DA NOI NO AVREBBE RAGIONE,NELLA PATRIA DEL PAPA FRANCESCO SI.E IL FREUDIANISMO POPOLARE E' PARTE INESTRICABILE DEI SUOI SINCRETISMI.GLI ARGENTINI SONO FATTI COSI:BOSCHI E RENZI NON POTREBBERE ESSERE DEI CATTOLICI  "FRANCESCHIANI" IN ARGENTINA,BERGOGLIO IN ITALIA CORREREBBE A SALVARE IL CHIERICHETTO E LA SUA MINISTRA?

COMUNQUE SIA IN EUROPA IL PARRICIDIO NON PASSA.E SE NON CHIEDETELO ALLA LE PEN.

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5 APRILE 2026:NUOVO ATTACCO A APPLE ITALIA

-SU LE FIGARO:

lefigaro.fr

Un père demande à Apple d'ouvrir l'iPhone de son fils décédé

 

TECH & WEB Tech & Web

Par

Mis à jour

Publié

Dama Fabbretti est décédé d'un cancer des os.

Dama Fabretti est decede d'un cancer de os.Credit Photos.HANDOUT/AFP

Cet Italien assure qu'il demandera l'aide du FBI si l'entreprise américaine n'accède pas à sa demande.

 

Leonardo Fabbretti ne veut pas qu'on lui «ôte les souvenirs de son fils». Cet Italien réclame à Apple l'accès au téléphone de Dama, décédé à l'âge de 13 ans. Il se bat désormais pour récupérer les données stockées dans l'iPhone 6 de l'adolescent. «Je ne peux pas abandonner. J'ai perdu mon Dama et je me battrai pour récupérer les photos, les pensées et les mots qui sont retenus en otage dans son téléphone», a écrit Leonardo Fabbretti dans une lettre envoyée à Tim Cook, le PDG d'Apple, le 21 mars. Dama, adopté en Ethiopie en 2007, est mort en septembre 2015 d'un cancer des os.

 

Le téléphone de l'adolescent, un iPhone 6, est doté d'un lecteur d'empreintes digitales, le «Touch ID». Son propriétaire peut le débloquer en y posant le doigt. D'après Leonardo Fabbretti, ses propres empreintes étaient enregistrées dans le téléphone de son fils, mais auraient été effacées après avoir «éteint puis rallumé» le téléphone. Un iPhone protégé par un Touch ID peut réclamer un mot de passe supplémentaire pour être débloqué dans trois cas de figuré: lorsque l'appareil est redémarré, si 48 heures se sont écoulées depuis la dernière ouverture du téléphone ou pour en changer ses paramètres. Ce mot de passe est seulement connu de l'utilisateur. Il est stocké sur le téléphone et non dans les serveurs d'Apple. Impossible donc pour l'entreprise de donner le code de l'un de ses clients à un tiers. Par ailleurs, le réglement d'iCloud (le service d'hébergement d'Apple) stipule qu'aucune donnée ne peut être transmise à une autre personne que leur propriétaire, même en cas du décès de ce dernier. Les proches d'un défunt peuvent seulement réclamer la suppression du compte. «Apple devrait proposer des solutions pour des cas comme le mien», a plaidé Leonardo Fabbretti.

Conflit avec le FBI

Apple a déjà fait l'objet de critiques sur sa mauvaise gestion de la mort de ses utilisateurs et des demandes de leurs proches. La requête de Leonardo Fabbretti intervient toutefois dans un contexte particulier. Le groupe américain sort d'un conflit de plusieurs semaines avec le FBI, qui lui réclamait de débloquer un iPhone dans le cadre de l'enquête sur l'attaque terroriste de San Bernardino. Apple a refusé cette requête, estimant que les autorités lui demandaient en fait de développer un outil qui pourrait ensuite être utilisé pour ouvrir n'importe quel iPhone dans le monde. Après avoir réussi à débloquer l'iPhone par d'autres moyens, le FBI a finalement abandonné in extremis les poursuites judiciaires contre l'entreprise de Tim Cook.

Or, Leonardo Fabbretti affirme être prêt à saisir le FBI afin de débloquer le smartphone de son fils, en cas de refus d'Apple. Il explique aussi avoir été contacté par Cellebrite, une entreprise israélienne spécialiste de l'exploitation des données sur mobile. Elle lui aurait proposé ses services gratuitement. Cette société est soupçonnée par la presse américaine d'avoir aidé le FBI à ouvrir l'iPhone de l'auteur de la tuerie de San Bernardino. Ce fait n'a pas été confirmé. Néanmoins, Cellebrite collabore régulièrement avec le FBI depuis 2013. Son contrat avec l'agence a été renouvelé à la fin du mois de mars.

La question délicate de la mort numérique

La gestion des données numériques après la mort est devenue un sujet crucial au fil des ans, en parallèle à l'utilisation croissante des réseaux sociaux et des smartphones. Comment récupérer les photos d'une personne décédée? Doit-on signer un testament numérique pour protéger ses données ou faciliter leur accès? En France, la loi pour une République numérique, adoptée en premier lecture à l'Assemblée en janvier, entend donner un cadre législatif à ces questions délicates. Son article 32 stipule que «toute personne peut définir des directives relatives à la conservation, à l'effacement et à la communication de ses données à caractère personnel après son décès». Cette demande devra se faire directement auprès des «responsables de traitement concernés». Cela concerne par exemple les réseaux sociaux, les services de messagerie ou de stockage de données.

Google dispose d'une procédure spéciale pour gérer les données personnelles d'un défunt. Depuis 2015, Facebook permet lui aussi à ses utilisateurs de désigner un proche habilité à gérer partiellement son compte après son décès. Cette fonctionnalité ne donne pas accès aux messages privés, qui le resteront pour toujours, même après la mort.

http://www.lefigaro.fr/secteur/high-tech/2016/04/04/32001-20160404ARTFIG00259-un-pere-demande-a-apple-d-ouvrir-l-iphone-de-son-fils-decede.php

REAZIONE:DOPO L'ATTACCO DI RENZI  APPLE,REA DI STABILIRSI NEL SUD CON LE SUE ATTIVITA DI RICERCA,TRAMITE IL DISTACCO MEDIATICO DATO A BAGNOLI CHE EVOCA L'ATTACO A "NAPOLI SPORCA" DI BERLUSCONI-LEGA AI TEMPI DELLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI,ADESSO SCATTA UN'ALTRA AZIONE CONTRO IL BIG DELLE TELECOMUNICAZIONI.E ATTACARE APPLE IN SUD-ITALIA E' ATTACARE LA NUOVA ERA:GLI UOMINI PASSANO MA LE ISTITUZIONI RESTANO.

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6 APRILE 2016:NO,RENZI VA PROCESSATO

-SU LA STAMPA:

Inchiesta sul petrolio, l’Anm contro Renzi: “Parole inopportune”

Il premier aveva detto che le indagini di Potenza non arrivano a sentenza. L’associazione magistrati: «Insinuazioni viziate da un interesse, inconsistenti e smentite dai fatti». Lui replica: «Non accuso i magistrati, sto accusando un sistema che non funziona»

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi con la ministra dimissionaria Federica Guidi

 
05/04/2016

«Le dichiarazioni di Renzi sono inopportune nei tempi ed inconsistenti nei fatti». 

È la dura replica del presidente della sezione della Basilicata dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Salvatore Colella, alle parole del presidente del Consiglio che, ieri, durante la direzione del Pd, aveva paragonato temporalmente le inchieste della Procura di Potenza sul petrolio alle Olimpiadi.  

LEGGI ANCHE Il complesso di Potenza: si parla di noi solo per le inchieste  

«Inopportune - ha spiegato Colella - perché arrivano in un momento molto delicato dell’inchiesta, con un intervento “a gamba tesa” e le sue insinuazioni sono quantomeno viziate da un interesse di parte, inconsistenti perché smentite, solo poche ore dopo, da un pesante verdetto di condanna contro i vertici della Total nel processo “Totalgate”». 

 

«Se è vero che in un paese civile, come dice il Presidente Renzi, “i processi arrivano a sentenza”, e noi abbiamo dimostrato di saperlo fare - ha continuato l’Anm lucana - è anche vero che in un Paese civile “il governo rispetta i lavoro dei magistrati”, sempre, anche quando toccano la propria parte politica. Ci saremmo aspettati la stessa intransigenza e fermezza di condanna annunciata dal Presidente in occasione di altre inchieste di rilievo nazionale», ha concluso Colella. 

La controreplica di renzi arriva nella diretta Twitter-Facebook da Palazzo Chigi. 

«Non accuso i magistrati, sto accusando un sistema che non funziona. Non ne posso più di un paese in cui le sentenze non arrivano, si bloccano le opere pubbliche ed i ladri restano fuori. Io voglio il contrario: sto invitando i magistrati a correre per beccare i ladri e metterli in galera. Se blocco le opere il paese è finito». 

Poi l’annuncio: «Nei prossimi giorni proporrò al presidente della Repubblica il nome del nuovo ministro per il ministero dello Sviluppo. C’è da fare per le pmi, c’è un problema di tasse ma ancora più grave è il danno che viene dal sistema burocratico. Semplificare è più urgente di abbassare le tasse». 

E ancora sul tema delle trivelle: «Il referendum non parla di nuove trivelle ma di tirar fuori il gas e petrolio che c’è. Se decidiamo di dire basta andiamo fuori a comprare dagli arabi e dai russi? Io sono per usare quello che c’è. Spero che questo referendum che potrebbe bloccare 11mila posti di lavoro, fallisca». 

«Non mi capacito della politica anti-industriale che hanno alcuni in questo Paese. Pensano di vivere in un Paese bucolico, dove non c’è bisogno di arrivare alla fine del mese, dove la decrescita è felice. Ma per crescere ci vogliono le aziende, aziende che rispettino le regole. E chi decide se le rispettano sono le sentenze passate in giudicato, come dice Costituzione, non i troll della Casaleggio» dice ancora Renzi, replicando agli attacchi M5s. «Tempa rossa è una delle misure che abbiamo sbloccato. Ne sono orgoglioso».  

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Alcuni diritti riservati

http://www.lastampa.it/2016/04/05/italia/politica/inchiesta-sul-petrolio-lanm-contro-renzi-parole-inopportune-kE8q0laS9DFwqErFTT1DDJ/pagina.html

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LAPRESSE
Boschi il giorno dopo: “Sto bene, non si vede?”
giuseppe alberto falci
 
REAZIONE:NO,QUESTA NON E' LA MIA ITALIA,NON RIESCO A CAPIRE DI COSA SI TRATTA QUESTA ROBA:LA GIUSTIZIA ANZI CHE ENTRARE IN DISCUSSIONI POLITICI CON QUI A APPENA CONFESSATO DI AVERE COMESSO UN REATO CIO CHE DEVE FARE E' INTERVENIRE DI UFFICIO E CHIAMARE RENZI A PROCESSO.IL CONFLITTO DI INTERESSE C'E',LA DIMISSIONE DELLA GUIDI NE E' LA PROVA:PERCHE INDAGARE TUTTI GLI ALTRI E NON RENZI CHE E' STATO IL RISPONSABILE MASSIMO DELL'EMMENDAMENTO?
RENZI PRETENDE CONTINUARE A DIRIMIRE LA POLITICA DEL PAESE NEL SENO DELLA INTERNA PD?L'ITALIANI NON HANNO VOTATO UN PARTITO PER GOVERNARE MA UN PREMIER CHE NON E' STATO LUI MA BERSANI.NON AL PARTITO UNICO DEL CATTO-COMUNISMO.
A QUESTO PUNTO MI SEMBRA NECESSARIO INTERVENIRE CONTRO LA GIUSTIZIA COME AI TEMPI DELLA ROBLEDO-LIBERATI IN COLLUSIONE IL PRIMO CON BERLUCONI E NON DIRE NIENTE PIU.COSI L'AVEVO ALLORA RICHIAMATO DA QUESTE PAGINE.OGGI TUTTE DUE SONO STATI CACCIATI.
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-APPENDICE:SU GOOGLE NEWS:

ilgiornale.it

Quella rete di magistrati al servizio del governo

Anna Maria Greco - Ven, 18/12/2015 - 11:09

È un magistrato l'uomo che salverà il governo dalle ire dei clienti truffati dalle quattro banche fallite

E' grave; il magistrato anticorruzione per eccellenza, Raffaele Cantone. Il campione per la trasparenza e la legalità di Matteo Renzi sarà il «supervisore» sugli arbitrati con i risparmiatori colpiti dagli effetti del decreto salva banche, cioè gli obbligazionisti secondari che sono stati equiparati agli azionisti, con gli stessi danni. «Vorrei che l'arbitrato - dice il premier - fosse gestito non dalla Consob, non da Bankitalia, ma dall'Autorità nazionale anticorruzione di Cantone, un soggetto terzo, autorevole».Nel mirino delle opposizioni, che l'accusano di conflitto d'interessi come il ministro Maria Elena Boschi e si preparano a votare mozioni di sfiducia, Renzi punta ancora una volta su una toga per restaurare la sua immagine strapazzata dalle polemiche. E assicura: «Nelle prossime ore faremo il possibile perché chi è stato truffato, ma chi è stato truffato davvero, possa riavere i soldi E faremo degli arbitrati. Da parte mia c'è l'intenzione di fare la massima trasparenza e chiarezza, il massimo rigore».Cantone risponde immediatamente all'appello, accogliendo «con piacere» la proposta. «A occuparsene - spiega - potrebbe essere la Camera arbitrale, un organismo interno all'Autorità, ma autonomo e indipendente, formato da giuristi ed esperti di altissima professionalità, a cominciare da chi lo presiede, il professor Ferruccio Auletta». La scelta del magistrato Cantone, insomma, serve a Renzi per dare «un segnale chiaro» e allontanare i sospetti di trame familiari e politiche, mentre i risparmiatori piangono sul loro gruzzolo sparito.D'altronde, non si è mai visto un premier tanto capace di avere con le toghe un rapporto intenso di «bastone e carota», di cui è grande mediatore il vicepresidente del Csm, l'avvocato Giovanni Legnini.Matteo ha imposto taglio delle ferie, abbassamento dell'età pensionabile, nuova responsabilità civile, ma non sono successi scioperi e cataclismi come all'epoca del governo Berlusconi, il dialogo è rimasto aperto. Tanto che la corrente più moderata, Magistratura indipendente, accusa la maggioritaria Unicost di essere la più renziana e di aver fatto blocco con la sinistra di Area per un patto di non belligeranza con il governo. Oltre a quelli con la categoria ci sono i rapporti diretti con i singoli magistrati. Quelli chiave spesso finiscono tra i consulenti dell'esecutivo. Si è visto con il procuratore capo di Arezzo Roberto Rossi, che mentre indaga su Banca Etruria dà pareri giuridici a Palazzo Chigi. Se ne occuperà il Csm, che proprio ieri ha accolto la richiesta del laico Pierantonio Zanettin. Per restare nel campo delle banche in crisi, anche uno dei pm titolari delle indagini su Monte dei Paschi di Siena, Aldo Natalini, è entrato nella Commissione per la riforma dei reati agroalimentari, istituita dal Guardasigilli Andrea Orlando e guidata dall'ex procuratore di Torino Gian Carlo Caselli. Il magistrato finì indagato a Viterbo per violazione del segreto istruttorio, quando fu intercettato mentre spiegava le strategie legali e i punti deboli della delicata inchiesta sulla «Banca rossa» all'amico avvocato Samuele De Santis, già finito ai domiciliari per estorsione. Gli indicava eventuali eccezioni cui fare ricorso se fossero stati coinvolti i vertici del Pd, ma in un paio di mesi fu tutto archiviato come «chiacchiere tra amici». Ora Natalini è consulente del Guardasigilli (sembra a titolo gratuito) e anche del ministero delle Politiche Agricole.C'è poi Giuseppe Fanfani, eletto laico del Csm su indicazione di Renzi e della Boschi, già sindaco di Arezzo e legale di Banca Etruria, il cui studio ora passato al figlio difende uno dei dirigenti sotto inchiesta insieme al padre del ministro per le Riforme. Inevitabile il sospetto che le conoscenze siano mirate, i rapporti utili, le promozioni manovrate per tessere una grande tela a protezione del sistema renziano di potere.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/rete-magistrati-servizio-governo-1205720.html

REAZIONE:ANCHE CANTONE HA PAGATO CLA SUA LEALTA ALLA LEGALITA,RENZI LI HA VOLTATO LE SPALLE QUANDO LI HA DETTO LE COLPE

Altri articoli

7 APRILE 2016:RENZI NELLE PANAMA PAPERS

-TITOLARE GOOGLE:

“A Panama anche società vicine a Renzi”. Spuntano Inter e …
w.affaritaliani.it/…/a-panama-anche-societa-vicine-a-renzi-spuntano-i…

2 giorni fa – Ci sarebbero anche l’Inter e una società di Finmeccanica tra i soggetti italiani coinvolti nello scandalo “Panama Papers“. I loro nomi, come .

-LA NOTA COMPLETA:

 

 

 

Fondatore e direttore
Angelo Maria Perrino
Martedì, 5 aprile 2016 – 17:50:00
Panama Papers, spunta Marine Le Pen. Si dimette il premier islandese

Panama Papers, nelle liste spunta il cerchio di fedelissimi di Marine Le Pen

marine le pen

Ci sono anche persone vicine a Marine Le Pen nel “sofisticato sistema di evasione fiscale off-shore messo insieme tra Hong Kong, Singapore, Isole Vergini britanniche e Panama”. Lo scrive il quotidiano francese Le Monde, puntando l’indice contro “il cerchio di fedelissimi del presidente del Fronte Nazionale”: un sistema messo in piedi “per portare fuori dalla Francia il denaro, attraverso societa’ di comodo e fatture false e cosi’ sfuggire al sistema fiscale francese”.

Lascia il premier islandese – Travolto dallo scandalo ‘Panama Paers’ per i suoi conti offshore, il premier islandese David Gunnlaugsson dopo aver provato a sciogliere il Parlamento, ha gettato la spugna e si e’ dimesso. Lo ha annunciato il suo partito. E’ la prima vittima dello scandalo scoppiato domenica sera che coinvolge 12 tra ex ed attuali capi di Stato.

Seedorf – I giornali olandesi scrivono che anche centinaia di connazionali sono coinvolti nel caso e tra questi c’è Clarence Seedorf, ex asso della nazionale e calciatore di Real, Inter e Milan.

Inter e Finmeccanica – Ci sarebbero anche l’Inter e una società di Finmeccanica tra i soggetti italiani coinvolti nello scandalo “Panama Papers”. I loro nomi, come scrive il Corriere della Sera, sarebbero infatti spuntati tra gli 11,5 milioni di documenti fuoriusciti dallo studio legale Mossack Fonseca di Panama. A “denunciare” la presenza della società Finmeccanica è stato il quotidiano “Indian Express”, mentre a rivelare presunti affari offshore connessi all’Inter è stato l’irlandese “Irish Times”.

“A Panama società vicine a Renzi” – A complicare una realtà complessa e a tratti confusa arriva anche la dichiarazione di Giovanni Donzelli, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Regione Toscana, riportata da il Giornale: “A Panama ci sono società vicine al premier Renzi”. In particolare, prosegue Donzelli, “due società con sede a Panama, la Torrado Holding e la Tressel Overseas, hanno quote della Egnazia Shopping Mall, di cui l’amministratore unico è Lorenzo Rosi,ultimo presidente di Banca Etruria, e per cui ha svolto un ruolo da consulente lo stesso papà del premier, Tiziano renzi.

Cina, manovra contro obiettivi non occidentali – I Panama Papers costituiscono un precedente poco chiaro, ma rivelano, di base, “obiettivi politici” contro il mondo non occidentale: e’ questa la reazione cinese alla pubblicazione degli 11,5 milioni di documenti riservati dello studio legale panamense Mossack Fonseca. Per il quotidiano cinese Global Times, vicino al governo cinese, sono un capitolo della battaglia ideologica tra Occidente e Paesi non occidentali che ha nel presidente russo, Vladimir Putin, il bersaglio principale. Nel lungo termine, la disinformazione, come la definisce il giornale cinese in un editoriale pubblicato on line, “diventera’ un nuovo mezzo per le nazioni occidentali ideologicamente alleate per colpire le elite e le organizzazioni politiche non occidentali”. Meglio, allora, le rivelazioni di Edward Snowden, che “sembravano piu’ credibili perche’ svelate da una riconosciuta talpa”, o anche i Wikileaks, che avevano in Julian Assange “un leader di facciata”. Per quanto riguarda i Panama Papers, invece, “nessuno e’ chiaramente dietro queste ultime rivelazioni”. Quanto alle ‘vittime’ dei Panama Papers, se tra le righe si sprecano i riferimenti a Putin, nessun riferimento, invece, viene fatto dal quotidiano cinese riguardo al coinvolgimento dei parenti di otto leader cinesi, sia del presente che del passato, nel giro di conti offshore gestito dallo studio legale di Panama. Tra questi, anche Deng Jaigui, cognato del presidente cinese, Xi Jinping. L’utilizzo dell’informazione, in casi come quello dei Panama Papers assume quasi le caratteristiche di un complotto per il Global Times, in cui l’Occidente e’ “felice” di vedere i propri nemici attaccati da rivelazioni di questo tipo. “I media occidentali hanno preso il controllo dell’interpretazione ogni volta che c’e’ stata una particolare rivelazione di documenti e Washington, su questo, ha dimostrato una particolare influenza – conclude il quotidiano cinese – L’informazione che e’ negativa per gli Stati Uniti puo’ essere sempre minimizzata, mentre l’esposizione di leader non occidentali, come Putin, puo’ essere ripresa piu’ volte”.

Putin,”giornalisti a servizio della Cia” – Vladimir Putin contrattacca e accusa i giornalisti di essere al servizio della Cia; David Cameron si blinda dietro la privacy; Xi Jinping tace, nel piu’ perfetto al quale ci abituati la Cina comunista. Il re e’ nudo, e reagisce come puo’ di fronte agli oltre 11 milioni di documenti che svelano i meccanismi e le transazioni offshore di vip della politica, dello sport e dell’economia che si affidavano allo studio legale Mossack Fonseca per mettere in piedi societa’ in grado di bypassare il fisco. Per il Cremlino quello partito dal Consorzio di giornalismo investigativo internazionale e’ un attacco ordinato dalla Cia. Vladimir Putin, che nei Papers non figura in prima ma attarverso il suo cerchio magico nel quale e’ cruciale i ruolo dell’amico violoncellista Serghei Rodulgin, “il bersaglio principale”. E’ Dmitri Peskov, il portavoce di Putin, a parlare: nel mirino, afferma, sono “la nostra stabilita’ e alle imminenti elezioni”, per i successi conseguiti in Siria che si tenta di oscurare. “Questa cosiddetta comunita’ giornalistica”, vale a dire l’International Consortium of Investigative Journalism responsabile dello scoop, “la conosciamo bene”, ha aggiunto. Anzi, ha rincarato la dose Peskov, “ci sono un sacco di giornalisti la cui professione principale e’ improbabile sia il giornalismo: un mucchio di loro”, ha denunciato, “sono ex funzionari del Dipartimento di Stato americano, della Cia e di altri servizi speciali”. Nei Papers, pero’, compare anche il nome di un acerrimo nemico di Putin, quel Petro Poroshenko, presidente ucraino, che oggi ha tenuto a sottolneare di non aver commesso “alcuna negligenza” e che lui e’ mil primo alto rappresentante dello Stato “a pagare le tasse e dichiarare i propri patrimoni”. A Londra ci pensa Downing Street a minimizzare la posizione di David Cameron, rimandando al padre Ian, scomparso nel 2010, la responsabilita’ di aver trasferito capitali all’estero. Il nome di Cameron padre nei documenti e’ “un affare privato”, fanno sapere dall’esecutivo, cioe’ da Cameron figlio. Fonti vicine al primo ministro hanno anche sottolineato come le accuse nei confronti di Ian Cameron fossero gia’ state lanciate nel 2012, venendo pubblicate un po’ da tutti i giornali e soprattutto dall’Independent, e che quindi ora, per quanto riguarda i documenti trapelati, non si tratterebbe di nulla di nuovo.

Le rivelazioni non sembrano finte, e il loro andamento ricorda quello di Wikileaks, l’affaire che fece tremare le diplomazie del mondo con la puubblicazione dei cablo riservati delle ambasciate americane sul pianeta. In serata al suddeutsche Zeitung, il quotidiano tedesco che ebbe la soffiata sui Papers e la condivise con altri quotidiani, ha fatto sapere che “almeno 28 banche tedesche hanno fatto ricorso quest’anno ai servizi della panamense Mossack Fonseca”. Molti gli istituti coinvolti, anche molto grandi: la Deutsche Bank, prima banca del paese avrebbe “utilizzato fino al 2007 piu’ di 400 societa’ offshore”, Commerzbank, Dresdner bank e BayernLB. Diverse le banche regionali che si sono rivolte alla societa’ panamense. Le banche chiamate in causa hanno tutte dichiarato di “aver cambiato la loro politica negli ultimi anni”. “Riconosciamo totalmente l’importanza di questa questione – ha fatto sapere Deutsche Bank – “abbiamo migliorato le nostre procedure di accoglienza dei clienti e le verifiche sulle persone con cui facciamo affari”. Il governo di Berlino si attende che la rivelazione dei Panama Papers possa “dare un contributo alla lotta contro la frode fiscale e il lavaggio del danaro”. In Italia fonti vicine a Luca Cordero di Montezemolo, il cui nome e’ stato fatto a proposito dei Papers, sottolineano che “ne’ Montezemolo, ne’ la sua famiglia possiedono alcuna societa’ offshore”. Le procure europee si muovono con imbarazzo piu’ che con lentezza. Quella francese per i reati finanziari ha annunciato l’apertura di un’inchiesta preliminare per ‘riciclaggio aggravato ed evasione fiscale’. In una nota i magistrati sottolineano come i dati riservati resi noti da un pool giornalistico siano “suscettibili di riguardare persone con domicilio fiscale in Francia”, e di pregiudicarne di conseguenza i “contribuenti”. Indagini e procedimenti sulla vicenda erano stati assicurati in precedenza dallo stesso presidente Francois Hollande. Cosi’ anche la procura spagnola. In tanti si chiedono il motivo dell’assenza di clienti americani della Fonseca. Per adesso si sa slo che il Dipartimenti di Giustizia Usa sta “esaminando” le informazioni pubblicate nei cosiddetti Panama Papers. “Siamo consapevoli delle pubblicazioni e le esamineremo”, ha detto il portavoce, Peter Carr, aggiungendo che “non possiamo fare commenti su elementi specifici contenuti nei documenti, ma il Dipartimento di Giustizia prende molto sul serio” tutte le questioni che possano avere “un collegamento con gli Stati Uniti e il sistema finanziario americana”

http:/.affaritaliani.it/cronache/panama-papers-marine-lepen-premier-islanda.html?refresh_ce

-APPENDICE 1:

Anche Renzi coinvolto nella vicenda “Panama Papers”? Le clamorose accuse di Giovanni Donzelli
Yahoo! Notizie
Yahoo Notizie
4 aprile 2016

Guarda le foto

Anche Matteo Renzi sarebbe indirettamente coinvolto nella vicenda “Panama Papers”? A riportare questa possibilità, che se confermata avrebbe del clamoroso, è il quotidiano Il Giornale, che cita quanto sostenuto dal coordinatore dell’esecutivo nazionale e capogruppo in Regione Toscana di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli.

Secondo Donzelli “anche il giro intorno al premier Matteo Renzi fa affari grazie a società con sede a Panama, un legame che si intreccia anche con gli interessi di Lorenzo Rosi, ultimo presidente di Banca Etruria”.

In passato lo stesso Donzelli aveva già fornito delle presunte ricostruzioni, da lui svolte, di un giro di interessi sviluppatosi intorno a Renzi e gli amministratori di Banca Etruria. Per Donzelli ci sarebbero ”due società con sede a Panama, la Torrado Holdings e la Tressel Overseas”, che sarebbero in possesso di “quote di capitale della Egnazia Shopping Mall, società nata per la realizzazione dell’outlet di Fasano, in provincia di Brindisi, di cui l’amministratore unico è ancora oggi Lorenzo Rosi e per cui ha svolto un ruolo da consulente lo stesso papà del premier, Tiziano Renzi”. Queste due società avrebbero fondato anche la ‘Corso Italia’, holding nata per acquistare il teatro comunale di Firenze quando sindaco della città gigliata era proprio Renzi.

Per Donzelli “le società con sede a Panama fanno riferimento ad alcuni studi, fra i quali Mossack Fonseca, da cui sono state svelate le notizie sui potenti del mondo, ma anche ad altri come Arifa, la cui sede sembra coincidere con quella di Torrado Holdings e Tressel Overseas. Queste ultime, prosegue Donzelli, “sono state anche recentemente rappresentate all’assemblea della Egnazia, da Luigi Dagostino, regista dell’operazione outlet nella quale sono coinvolti, fra gli altri, oltre a Tiziano Renzi, anche i suoi soci Ilaria Niccolai e Iacopo Focardi, l’ultimo presidente di Banca Etruria Lorenzo Rosi e l’amico e finanziatore di Matteo Renzi Andrea Bacci”.

Insomma, personaggi vicinissimi all’entourage di Matteo Renzi, che fanno chiedere a Donzelli di sapere di più. “Vogliamo sapere chi c’è dietro a queste società e chi porta i soldi nei paradisi fiscali”, continua il capogruppo di Fratelli d’Italia, “è gravissimo che lo stesso giro intorno al premier sia collegato ai paradisi fiscali”.

VIDEO – Panama Papers, il paradiso delle società di comodo

(video non riportato)
https:it.notizie.yahoo.com/anche-renzi-coinvolto-nella-vicenda–panama-papers—le-clamorose-accuse-di-giovanni-donzelli-202339028.html
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 -APPENDICE 2:
Blitz quotidiano
Cronaca Italia
Panama, Donzelli: “Quegli 8 mln e gli amici di papà Renzi”

Pubblicato il 5 aprile 2016 16:33 | Ultimo aggiornamento: 5 aprile 2016 16:33

di redazione Blitz

ROMA – “Passaggi di denaro anomali per 12,5 milioni di euro di cui 8,1 milioni provenienti dai paradisi fiscali e finiti nelle casse di tre società riconducibili al giro d’affari composto dai soci del papà del premier, Tiziano Renzi, e dei finanziatori del presidente del Consiglio”. E’ quanto ha rivelato Giovanni Donzelli, coordinatore dell’esecutivo nazionale e capogruppo in Regione Toscana di Fratelli d’Italia, in conferenza stampa mostrando i documenti camerali sui passaggi societari incriminati.

“Se un cittadino onesto paga fino all’ultimo centesimo le tasse – commenta Donzelli – il premier Matteo Renzi ha il dovere di spiegare le anomalie in cui sono coinvolti i soci di suo padre Tiziano, Ilaria Niccolai, l’amico e primo finanziatore del premier Andrea Bacci, l’ultimo presidente di Banca Etruria Lorenzo Rosi e l’arrivo dei fondi dai paradisi fiscali. Le società in questione sono Mall Re, che si è occupata della realizzazione dell’outlet di Reggello (Firenze), la Dil Invest e la Egnazia Shopping Mall, nata per la realizzazione dell’outlet che sta per sorgere a Fasano (Brindisi), operazione che ha visto un impegno diretto da parte di Tiziano Renzi. L’amministratore di tutte queste società è Luigi Dagostino, regista delle operazioni di realizzazione degli outlet in varie città d’Italia. E anche fra i soci della Riviera Mall e la Costa Azzurra Re, nate per la realizzazione degli outlet di Sanremo (IM), figurano società con sede nei paradisi fiscali”. “Fra i movimenti il più sostanzioso riguarda la cessione avvenuta il 5 maggio 2015 da parte della Nikila di Ilaria Niccolai del 75% della Mall Re alla società Staridea Investments con sede nel paradiso fiscale di Cipro: quote del valore nominale complessivo di 37.500 euro (500 euro ciascuna) vendute a 7,5 milioni di euro (100 mila euro).

Una crescita di prezzo di 200 volte. Eppure soltanto tre mesi e mezzo prima (il 17 dicembre 2014) nella stessa società era avvenuta una cessione di quote del 25% al prezzo di 20 mila euro. Emblematico anche il caso avvenuto nella Egnazia Shopping Mall il 10 febbraio 2016 la società Syntagma di cui è socio e amministratore unico l’ultimo presidente di Banca Etruria Lorenzo Rosi, ha venduto al regista dell’operazione outlet Luigi Dagostino quote da 1.100 euro al prezzo di 1.100 euro. Lo stesso giorno, 26 minuti dopo, è stata firmata un’altra doppia cessione alla società Uk Development and Investments, con sede nel Regno Unito: La Castelnuovese (a lungo amministrata da Lorenzo Rosi) ha ceduto al prezzo di 130 mila euro 500 euro di quote e Mora Real Estate – fondata dai fratelli Moretti di Arezzo, creatori del marchio Lebole – ha ceduto 1.200 euro di quote al prezzo di 430 mila euro. Nella vicenda rientrano anche i paradisi fiscali con sede a Panama il 30 settembre 2015 Nikila ha ceduto alla Tressel Overseas, società rappresentata in più occasioni dal regista dell’operazione outlet Luigi Dagostino, il suo 30% (3.000 euro di quote) della società Egnazia Shopping Mall al prezzo di 125 mila euro. Lo stesso Dagostino ha ceduto il 18% (1.800 euro di quote) per 75 mila euro”.

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http:/.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/panama-donzelli-quegli-8-milioni-e-gli-amici-di-papa-renzi-2430424/
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-APPENDICE 3:

ilgiornale.it

La strana società dei genitori di Renzi con l’uomo dei depositi a Panama
Fabrizio Boschi – Gio, 07/04/2016 – 08:16

La distanza tra Rignano sull’Arno e Panama City è di 8.269 chilometri. Eppure spulciando le visure delle tante società che Tiziano Renzi, padre del premier e il suo amico e compagno in affari Luigi Dagostino hanno aperto e chiuso negli anni, sembra a un tiro di schioppo.

Il nome di quest’ultimo, imprenditore di Barletta col pallino dei soldi, lambisce lo scandalo Panama Papers. Come abbiamo scritto ieri Giovanni Donzelli, coordinatore dell’esecutivo nazionale e capogruppo in Regione Toscana di Fratelli d’Italia, ha scoperto anomali passaggi di denaro provenienti dai paradisi fiscali Cipro e Panama e finiti nei conti di tre società legate a Tiziano Renzi e soci.

Tra le società c’è la Party Srl l’unica nella quale il padre del presidente del Consiglio appare nero su bianco. All’atto costitutivo l’8 ottobre 2014 intervengono davanti al notaio di Reggello, Rita Abbate, Tiziano Renzi, a cui va il 40%, e la Nikila Invest Srl amministrata dalla moglie di Dagostino, Ilaria Niccolai, a cui va il 60%. Amministratore unico della Party la mamma del premier, Laura Bovoli. La società si occupa, tra le altre cose, dell’acquisto e gestione di immobili, della costruzione, acquisto e gestione di alberghi e residence, dell’ideazione, organizzazione, realizzazione, produzione, distribuzione, importazione ed esportazione di prodotti di comunicazione, pubblicità, promozione e marketing. Nemmeno un mese dopo, il 5 novembre, già la prima cessione di quote da parte di Nikila (20%) alla Creazioni Focardi Srl di Iacopo Focardi, pellettiere di Figline Valdarno con la fissa per gli outlet. Dagostino, che costruisce outlet in tutta Italia (portandosi dietro Renzi padre come consulente) e al quale vengono attribuiti strane cessioni di quote e trasferimenti di capitali a Panama, in tutti questi affari c’è ma non si vede. Un vero stacanovista, a giudicare dalla mole di società presenti sulla sua visura camerale: dieci le cariche attuali in altrettante società, 26 le cariche recesse e venti le imprese nelle quali era presente. Dagostino è il rappresentante di buona parte delle società estere e off-shore che tra il 2010 e il 2015 comprano terreni o controllano le quote delle immobiliari coinvolte negli affari dei mall del lusso. Il suo nome (o quello delle sue società) compare praticamente in tutte le operazioni che riguardano babbo e mamma Renzi e che ora si spostano in Puglia, a Fasano. Tiziano Renzi non è da meno: dieci le società nelle quali è presente dal 1997 al 2016. Ma nella posizione patrimoniale presentata alla presidenza del Consiglio dei ministri si dichiara agente di commercio con un reddito da 51.901 euro in tre anni (17mila all’anno). Quindici mesi dopo la sua costituzione, la Party Srl si scioglie: davanti al notaio si ritrovano Tiziano Renzi, Luigi Dagostino (che nel frattempo è diventato amministratore della Nikila), Iacopo Focardi e Laura Bovoli. Liquidatore sempre il Dagostino. Che strani rigiri.

 http:/.ilgiornale.it/news/politica/strana-societ-dei-genitori-renzi-luomo-dei-depositi-panama-1243199.html
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REAZIONE:FINO A QUANDO DOBBIAMO TOLLERARE QUESTO POVERO IMPUDICO CORROTTO,AGENTE DELLA ROTSCHILD(PRINCIPALE BANCA DEI GESUITI COINVOLTA NEL PANAMA PAPERS)?:PRIMO LA TRUFFA AGLI OBLIGAZIONISTI DELLA ETRURIA,DOPO CONFESSO AUTORE DELL’EMMENDAMENTO PER FAVORIRE LE PETROLIERE TOTAL E SHELL,E ORA IMPLICATO DI FAMIGLIA NEL RICICLAGGIO DI DENARO NELLE OFF SHORE DEL PANAMA.
E INOLTRE PRETENDE PRENDERE IN GIRO GLI ITALIANI ISTIGANDOLI A PREGARE AL DIO DENARO CON RIDICOLI PREMI DA KERMESSE PER OTTENERE  VOTI.QUESTE INDEGNE ELEMOSINE VANNO BENE NEL TERZO MONDO:CREDE IL LADRONE CHE TUTTI SIANO DELLA SUA CONDIZIONE?
AGISCA LA GIUSTIZIA DI UFFICIO GIA,SUBITO.
-PD:E LA GRANDE STAMPA ITALIANA?
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-SU BLITZ:
Matteo Renzi, Panama papers: le prime pagine dei giornali

Pubblicato il 5 aprile 2016 08:06 | Ultimo aggiornamento: 5 aprile 2016 08:06

di Redazione Blitz

ROMA – Queste le prime pagine dei giornali di martedì 5 aprile. La prima pagina de La Stampa: “Petrolio, tutti i no della Boschi ai pm. Anche i periti nel mirino della Procura: truccavano le relazioni su intervento dell’Eni”. La prima pagina del Corriere della Sera: “Renzi accusa i pm di Potenza: non arrivano mai a una sentenza. Boschi ai magistrati: io sempre corretta”. La prima pagina de La Repubblica: “Scandalo petrolio, Renzi sfida i giudici. Boschi ai pm: non ho subito pressioni”. La prima pagina del Sole 24 Ore: “Fmi: rischi da Cina e Brasile. Borse Ue in lieve ripresa ma non Piazza Affari”.

La prima pagina del Messaggero: “I pm dalla Boschi, Renzi li striglia. Caso petrolio, il ministro sentito per due ore dai magistrati di Potenza”. La prima pagina del Giornale: “Conti all’estero. Gli ottocento italiani con i soldi a Panama. Verso una nuova proroga allo studio fiscale”. La prima pagina del Manifesto: “Onnipotenza”. La prima pagina del Fatto Quotidiano: “Renzi dichiara guerra ai pm che osano sfidare la Boschi”. La prima pagina di Libero: “Renzi cade nel pozzo. E mezzo Pd: non sei un leader”. Queste le prime pagine dei giornali di martedì 5 aprile.

– See more at: http:blitzquotidiano.it/rassegna-stampa/matteo-renzi-panama-papers-le-prime-pagine-dei-giornali-2-2429870

REAZIONE:NE MENO UNA PAROLA SU RENZI E I PANAMA PAPERS

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 9 APRILE 2016:MA CAMERON SI CONFESSA
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-SU LE MONDE:
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Le Monde, en partenariat avec 108 médias étrangers et le Consortium international des journalistes d’investigation (ICIJ) a eu accès à une très grande masse d’informations inédites : 11 millions de fichiers provenant des archives du cabinet panaméen Mossack Fonseca, spécialiste de la domiciliation de sociétés offshore. Les données, qui constituent le plus gros “leak” de l’histoire, s’étalent de 1977 à 2015. Elles révèlent que des chefs d’Etat, des milliardaires, des grands patrons, des figures du sport, de la culture, de l’économie recourent, avec l’aide de certaines banques, à des montages de sociétés afin de dissimuler leurs avoirs.

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« Panama papers » : la presse britannique condamne l’hypocrisie de Cameron

LE MONDE | 08.04.2016 à 14h15,Mis à jour le 08.04.2016 à 15h24 | Par Angela Bolis

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pAULP

Paul johnson@paul johnson

Cameron finally admits,
yes. I benefited from Panamanian, offshore, UK tax-avoiding fund
Tomorrow’s Guardian

23:03- 7 Avr 2016

« Cameron l’a finalement admis. » Comme le titre le Guardian, vendredi 8 avril, le premier ministre britannique a reconnu, jeudi soir, qu’il avait tiré profit du fonds fiduciaire (trust) que son père Ian, mort en 2010, avait géré par l’intermédiaire du cabinet d’avocats panaméen Mossack Fonseca sans payer le moindre impôt pendant trente ans.

Lire :   « Panama papers » : David Cameron admet avoir eu des parts dans un fonds offshore de son père

Ces aveux interviennent après plusieurs jours de dénis ou de communication embarrassée, face aux révélations de l’enquête internationale sur l’évasion fiscale issue des « Panama papers ».

Le Telegraph revient ainsi sur « la semaine la plus préjudiciable » de David Cameron en tant que premier ministre, rythmée par une communication politique « désastreuse ». Son « spectaculaire mea culpa », rappelle le quotidien, est survenu après quatre autres réponses, à chaque fois différentes, face à ces accusations.

Le journal énumère : lundi 4 avril, David Cameron estimait que les placements offshore de son père défunt étaient une « affaire privée ». Mardi, qu’il n’avait « aucune action, aucun trust offshore, aucun fonds offshore, rien de tout cela ». Et mercredi, qu’« il n’y a pas de fonds offshore ou de trust dont le premier ministre M. Cameron ou ses enfants pourront bénéficier dans le futur », d’après un porte-parole. Jeudi, enfin, il a reconnu qu’il avait bien détenu, avec son épouse Samantha, des parts de Blairmore Holdings Inc, le fonds géré par son père, entre 1997 et 2010, alors qu’il était le leader de l’opposition conservatrice. Il a affirmé les avoir vendues juste avant de devenir premier ministre, réalisant un profit de 23 500 euros.

Appels à la démission

Malgré ces aveux, l’opposition travailliste estime que des questions se posent toujours sur ses montages financiers et investissements passés, relève un article du Guardian. Pour le vice-président du Labour, Tom Watson, le premier ministre devrait rembourser « l’argent qui, d’après ses propres dires, devrait moralement être détenu par le Trésor public ». « Il pourrait avoir à démissionner pour cela », lance-t-il sur Sky News.

D’autres appels à la démission ont fusé dès jeudi soir dans le camp de l’opposition, comme celui du député du Labour, John Mann, sur Twitter. Dans The Independent, une tribune abonde dans ce sens, dressant un parallèle avec le cas du premier ministre islandais, qui a dû officiellement quitter son poste après un scandale autour de sa société offshore cachée dans les îles Vierges britanniques. En Grande-Bretagne, en comparaison, « le manque d’indignation est stupéfiant », estime la journaliste Kirsty Major.

« Champion » de la transparence financière

Pour M. Cameron, cette affaire tombe d’autant plus mal qu’il s’est posé régulièrement en champion de la transparence financière, et doit présider le mois prochain à Londres un sommet anticorruption. « Dans le passé, M. Cameron a critiqué l’optimisation fiscale et a fait de la lutte contre l’évasion fiscale un élément clé de son programme économique », note The Independent.

Selon le quotidien britannique, il avait qualifié ces pratiques de « franchement et moralement mauvaises » en 2012, promettait en 2013 que « ceux qui veulent échapper aux impôts n’ont nulle part où se cacher », et affirmait en 2014 qu’« aucun gouvernement n’a fait davantage pour réprimer l’évasion fiscale et l’optimisation fiscale agressive ».

Au-delà de ses promesses sur l’évasion fiscale, c’est le modèle politique prôné par son parti – qu’il a tenté de repositionner comme proche « du combat des Britanniques sur les bas salaires », note The Economist – qui est remis en cause. Dans une tribune au Guardian, le journaliste John Harris va dans le même sens :

« Cameron voudrait que l’on voie sa politique comme un mélange des deux branches du conservatisme qui l’ont précédé : la croyance qu’il faut travailler dur et ne dépendre de personne, incarnée par Margaret Thatcher, et le torysme [les tories étant l’ancêtre du Parti conservateur au Royaume-Uni] aristocrate, social, qui a toujours une place dans le cœur de certains conservateurs. (…) Mais la réalité, (…) c’est que ce qui reste des anciennes classes [aristocrates] terriennes s’est largement estompé chez les élites argentées, dont les habitudes ont une nouvelle fois été révélées dans l’actualité de cette semaine : assez riches pour s’acheter des propriétés dans les quartiers les plus riches des grandes villes du monde, et familières de la finance offshore internationale. »

Une analyse du Guardian montre ainsi que l’argent de David Cameron, qui a assuré n’avoir « jamais caché le fait qu’il avait eu beaucoup de chance d’avoir des parents fortunés », est issu de généreux héritages et de sociétés familiales.

« Du Panama au Brexit »

Ces informations pourraient contribuer à affaiblir un premier ministre déjà aux prises avec une difficile campagne pour le référendum du 23 juin sur le maintien ou la rupture avec l’Union européenne (« Brexit »). La principale victime de ce scandale, estime un article du magazine The Economist, pourrait d’ailleurs être « la campagne pour le maintien de la Grande-Bretagne en UE » menée par M. Cameron, en donnant l’image d’une « élite europhile cupide et mondialisée, coupée de l’expérience des gens ordinaires ».

Démission ou pas, « Brexit » ou pas, les prochaines heures pourraient en tout cas « changer la Grande-Bretagne », a estimé, sur Twitter, Edward Snowden, ancien employé de la CIA et de la National Security Agency, qui a révélé des programmes de surveillance de masse américains et britanniques.

image: http:s1.lemde.fr/image/2014/06/18/24×24/1100512570_4_2e2c_14030873074145-bolis-angela-mia-20131127-104646_faf1f09881e76f331936ca5703f2f9cb.jpg

 Angela Bolis
Journaliste au Monde

En savoir plus sur http:.lemonde.fr/panama-papers/article/2016/04/08/panama-papers-la-presse-britannique-condamne-l-hypocrisie-de-cameron_4898744_4890278.htlm

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REAZIONE:PORQUE TODO SE SABE.
(E LA RIFORMA TRIBUTARIA INTERNAZIONALE SUI BIG DELLE TELECOMUNICAZIONI PER QUANDO?)
9 APRILE 2016:”NEEDERXIT”,IL DOPO VOTO
-SU LE MONDE:
Europe
Quelles conséquences après le référendum néerlandais ?

LE MONDE | 08.04.2016 à 19h12,Mis à jour le 08.04.2016 à 20h29 | Par Cécile Ducourtieux (Bruxelles, bureau européen)

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Manifestation à Kiev, en Ukraine, le 5 avril.

Le « non » au référendum néerlandais sur l’accord d’association entre l’Union européenne et l’Ukraine aura-t-il pour conséquence de « tuer » ce traité, symbole de l’ancrage à l’ouest de l’ex-république soviétique ? A priori non, mais il devrait quand même le fragiliser d’un point de vue politique et juridique.

Les Pays-Bas sont le dernier des 28 pays de l’UE à ne pas avoir ratifié ce traité comportant un important volet commercial (facilitation des échanges) et une partie politique (libéralisation des visas, engagement de l’Ukraine à faire des réformes, lutter contre la corruption, etc.). En réalité, c’est au Parlement néerlandais de se prononcer, car le gouvernement du libéral Mark Rutte, lui, l’a déjà approuvé (comme les 27 autres gouvernements de l’Union, en juin 2014).

Trois options

S’il refuse de ratifier l’accord, ce dernier, qui est entré partiellement en application (pour son volet commercial) le 1er janvier, devra être renégocié à 28. Trois options se présentent :

*les 28 gouvernements de l’Union peuvent choisir de s’asseoir à nouveau, tous autour d’une table, avec l’Ukraine pour renégocier l’ensemble de l’accord ;

*ils peuvent aussi conserver le texte initial du traité, mais décider qu’il ne s’applique plus qu’à ceux des pays Européens qui le veulent;

*les 28 gouvernements plus l’Ukraine peuvent enfin réduire l’accord aux parties « de compétence communautaire » (le libre-échange essentiellement), qui ne nécessitent pas a priori l’assentiment de tous les parlements nationaux européens pour s’appliquer.

Dans tous les cas, c’est à la Commission de Bruxelles de faire une proposition sur l’une des trois options au Conseil, qui devra être aussi validée par le Parlement européen.

Tous ces scénarios liés à un refus de ratification des Pays-Bas semblent improbables : certes, même s’il n’est que consultatif, le « non » au référendum du mercredi 6 avril est perçu, et pas que par les eurosceptiques, comme une gifle des opinions publiques aux « élites » proeuropéennes. Le gouvernement libéral-travailliste néerlandais ne peut pas l’ignorer : « Si le résultat est bien un “non”, nous devrons considérer cet avis avec précaution, avait dit M. Rutte dès mercredi soir. Il signifie un fait politique, à savoir que la ratification ne peut pas simplement suivre son cours. »

Lire aussi :   L’Europe fragilisée par le non des Néerlandais

Appliqué de façon provisoire

La Haye ne se prononcera qu’à partir du 12 avril, quand les résultats définitifs sur le référendum seront tombés. Comment le pays, un des fondateurs de l’Union, de tradition libérale, atlantiste, pourrait-il prendre le risque politique de dénoncer un accord signé par 27 gouvernements partenaires et tous leurs parlements nationaux, surtout qu’il a actuellement, et jusqu’à fin juin, la responsabilité de la présidence tournante de l’Union européenne ?

Il peut demander à Bruxelles, avec l’accord du Parlement européen, des aménagements, avec des clauses spécifiques pour le pays : la possibilité, par exemple, de se soustraire à certaines parties de l’accord. La Haye pourrait aussi réclamer un « protocole additionnel » ou une déclaration, répondant aux principales préoccupations du camp du « non » : quelques phrases, dans l’accord, soulignant que l’Ukraine ne deviendra pas dans un avenir proche un membre de l’Union, ou que la lutte contre la corruption est une priorité, par exemple.

En attendant, l’accord devrait pouvoir continuer à s’appliquer de manière provisoire, comme c’est déjà le cas depuis le 1er janvier 2016. Ainsi des décisions sur l’abaissement des droits de douane entre l’UE et l’Ukraine, mais aussi de la coopération en matière d’énergie, de développement durable, etc. Appliquer de manière provisoire un accord d’association avant même qu’il ait été ratifié par tous les pays de l’Union est une pratique courante, les ratifications prenant parfois des années. Les périodes d’application provisoire peuvent même durer au-delà de dix ans, souligne-t-on à la Commission de Bruxelles.

Lire aussi :   L’Europe est-elle mortelle ?

  Cécile Ducourtieux (Bruxelles, bureau européen)
http:lemonde.fr/europe/article/2016/04/08/apres-le-referendum-neerlandais-quelles-consequences-pour-l-accord-d-association-ue-ukraine_4898949_3214.html
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REAZIONE:PROVISORIATO?PROVIIORIATO DI 10 ANNI?NO, SOSPENDERE OGNI ACCORDO E CONDIZIONARE ULTERIORI AVVICINAMENTI ALLA RESTITUZIONE DELLA DEMOCRAZIA.
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9 APRILE 2016:AL RISCATTO DEGLI ANIMALI
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-SU LE MONDE:
 
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Une « République du vivant » au secours des animaux

LE MONDE | 07.04.2016 à 11h34,Mis à jour le 08.04.2016 à 16h30 | Par Audrey Garric

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image: http:s2.lemde.fr/image/2016/04/08/534×0/4898849_7_6a40_dans-un-abattoir-roumain_50805067fe545ed3ce9dfddf461981df.jpg

 

Dans un abattoir roumain.

Nous choyons nos chiens et nos chats, mais nous mangeons les vaches, les moutons et les cochons. Nous méprisons les pigeons et admirons les aigles. Nous exterminons les rats tout en protégeant les pandas. Pourquoi ? Car la plupart d’entre nous sommes spécistes. C’est ce « dogme en vigueur » qu’entend pourfendre l’écrivain et journaliste Aymeric Caron, dans son nouvel ouvrage, Antispéciste, un essai audacieux et documenté publié jeudi 7 avril.

Le premier intérêt du livre réside dans son titre même. Bien connus du petit monde des végétariens et des défenseurs des animaux, les termes de spécisme et d’antispécisme restent malgré tout ignorés en France. Inventés par le psychologue britannique Richard Ryder en 1970 et popularisés par le philosophe australien Peter Singer dans son best-seller La Libération animale en 1975, ils trouvent récemment une résonnance avec les vidéos chocs de l’association L214 sur les abattoirs.

Le spécisme, nommé par analogie avec le racisme et le sexisme, « désigne toute attitude de discrimination envers un animal en raison de son appartenance à une espèce donnée », écrit l’auteur. Ce « préjugé » consacre à la fois la supériorité des humains sur les autres espèces et légitime des différences de traitement, en créant des catégories « injustifiées » (animaux de boucherie, de compagnie, de loisirs, etc.).

Au contraire, l’antispécisme, dont se revendique Aymeric Caron, refuse de faire passer les intérêts des humains avant ceux des « animaux non humains »…

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REAZIONE:PECCATO NON SONO ABBONATO A LE MONDE,MI SAREBBE PIACIUTO LEGGERE QUESTO ARTICOLO INTERO.SONO AMANTI DEGLI ANIMALI E ADERISCO AL MOVIMENTO ANIMALISTA.E ORA DI ONORARE LA VITA,E DI LASCIARE INDIETRO L’ORGOGLIO DI SPECIE SUPERIORE,ANCHE L’UOMO E’ UN MORTALE ANIMALE,NON DIMENTICARLO.
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9 APRILE 2016:MORTE DI REGENI,FU L'IS
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TITOLARE THE HUFFINGTON POST
COME ROMA HA SMASCHERATO IL BLUFF DI AL SISI (di A. PURGATORI)

COME ROMA HA SMASCHERATO IL BLUFF DI AL SISI (di A. PURGATORI)

REAZIONE:FU L'IS.RENZI GETTA FUMO NEGLI OCCHI PER CERCARE DI DISTORCERE L'ATTENZIONE SUI SUOI GUAI INTERNI E GIUDIZIARI CREANDO ARTIFICIALMENTE UN CONFLITTO ESTERNO CON ALTRA NAZIONE.
POCO TEMPO FA ANCHE BERLUSCONI,APOGGIATO DA RENZI,CIH A PROVATO MINACCIANDO INTERVENTO ARMATO IN LIBYA.IL SUO ALLIEVO IMPARA SUBITO.E POI E' UNA VECCHIA RICETTA DI TUTTI I GOLPISTI.ANCHE GALTIERI LO HA FATTO IN ARGENTINA CON LE FAULKLAND.
ANCHE SUL MH17 DI MALASYA AIRLINES C'E' FUMO,LO DICE IL POPOLO NEERLANDESE.FINALMENTE LA VERITA SPLENDERA.
GLI ITALIANI VERI NON SI LASCINO CONFONDERE SOTTO PENA DI CONTINUARE A MORIRE ALL'ESTERO.
-ILLUSTRAZIONE MUSICALE: https://youtu.be/jE0lyDeYlYU?list=RDjE0lyDeYlYU
10 APRILE 2016:CORAGGIO,INGOIARE IL ROSPO
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-TITOLARE CORRIERE DELLA SERA:
 
Corriere della Sera
Renzi porge la mano a re Harald di Norvegia ma l’attesa è vana…
 
Corriere della Sera  – ‎20 ore fa‎
I Reali di Norvegia, re Harald V e la regina Sonja, sono arrivati a Palazzo Chigi dove hanno avuto un incontro con il presidente del Consiglio Matteo Renzi. I Reali sono stati accolti nella sede del governo italiano con gli onori militari
Editoriale: Renzi e la stretta di mano “mancata”, tenta di stringerla al re: è ignorato  La Stampa
Correlati Matteo Renzi » Harald V di Norvegia »
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REAZIONE:FIRENZE NON E’ LA PERIFERIA DI EUROPA PURTROPPO…..CORAGGIO.
10 APRILE 2016:LITE FRA GOLPISTI?
-SU IL GIORNALE:
La disfatta di Renzi

Il premier è all’angolo con l’Europa, sulle unioni civili e anche sull’occupazione. Renzi scopre che gli annunci non bastano più

 

Quando è arrivato a palazzo Chigi a bordo di una Giulietta bianca Matteo Renzi credeva che bastava qualche flash e qualche selfie con i passanti per convincere gli italiani.

Quella Giulietta oggi ha già le ruote sgonfie e lo smartphone ha esaurito la batteria. Il premier, non eletto (ricordiamolo per chi si è abituato all’idea di Renzi a palazzo Chigi), si ritrova forse nel momento più difficile da quando si è accomodato sulle poltrone di Roma. In poche ore deve fare i conti con numerose batoste. La prima gliel’ha data l’Europa a cui chiede maggiore flessibilità. Prima il Ppe, poi Moscovici della Commissione Ue hanno gelato il premier con un secco “no”. Lui fa finta di tirare dritto, ma in realtà sa che con Bruxelles non si scherza. E dato che sul fronte dei conti in Europa, come al solito è tornato con un pugno di mosche in mano, cerca riparo in Italia promettendo anche un reddito minimo di ben 320 euro mensili per i poveri. Mance su manche che però fanno sballare i numeri. Di fatto, prima che il reddito minimo possa prendere il solito volo che dagli annunci passi ad una norma spot per illudere qualche italiano in vista delle amministrative, ci pensa l’Istat a smontare i piani del premier e la sua punta di diamante, ovvero il jobs act. Il tasso di disoccupazione a dicembre 2015 risale, attestandosi all’11,4% dall’11,3% di novembre. Lo rileva l’ Istat, nei dati provvisori sul mercato del lavoro a dicembre 2015. Le persone in cerca di occupazione sono 2.898.000, in aumento di 18.000 unità su novembre (+0,6%).

Numeri, cifre chiare e tonde che non lasciano spazio alle parole del premier. Pure sulla riforma del lavoro il governo comincia a fare acqua. E come se non bastasse anche l’altro distrattore per l’opinione pubblica, le unioni civili si sta trasformando in un boomerang per il governo. Ncd minaccia il Pd: “Riflettete bene sulle adozioni”, ha affermato Alfano. L’opposizione di centrodestra prosegue con il suo “no” alla stepchild adoption e il premier ha un partito spaccato in due. È questo il quadro della situazione: in mezzo c’è Renzi che comincia a sentire il fiato sul collo dei sondaggi che segnalano un Pd ben lontano da quel 40 per cento delle ultime europee. Renzi, negli ultimi sette giorni, ha dovuto nuovamente fare i conti con l’evidenza dei fatti. Che lui, col suo fare da imbonitore pare schivare. Ma i colpi arrivano e sono ben più dolorosi di quanto possa pensare. Il caso del crac banche non è stato ancora risolto e migliaia di risparmiatori hanno perso tutto grazie anche alle mosse del governo che non li ha saputi tutelare. Un governo e un premier che perdono di credibilità giorno dopo giorno, statua velata dopo statua velata. Dalla Merkel, Renzi, è andato col cappello in mano. Ha provato a cercare una sponda a Berlino per ottenere maggiore flessibilità sui conti. Ma anche da lì è tornato a mani vuote. L’unica soddisfazione che gli resta è il suo nuovo “Air Force One”, pagato con i soldi dei contribuenti. Potrà volare in alto e accomodarsi su poltrone di pelle per provare a capire i motivi della sua disfatta. Una disfatta su tutti i fronti che dimostra una sola cosa: alle parole devono seguire i fatti. Tweet e annunci non servono a sedurre gli elettori nè a riempire le tasche di chi ha perso tutto dopo averlo affidato nelle mani delle banche.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/disfatta-renzi-1219858.html

REAZIONE:POTREBBE CHIUDERE UN OCCHIO E DIRE CHE L’ANALISI DI QUESTA NOTA E’ CORRETTO MA….ATTENTI,QUESTO E’ IL GIORNALE DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI E NON LO POSSONO NASCONDERE.VEDIAMOLO NELLE LE PAROLE CHIAVE(NEL MODERNO LINGUAGGIO SCRITTO DEL WEB SI CHIAMANO TAGS E IO L’HO “INVENTATO”)

1-“IL PREMIER NON ELETTO”,DICE L’ARTICOLISTA.QUESTA E’ UNA FRASE CHE SPESSO RIPETE BERLUSCONI,BE..SEMBRA CHE SIA GELOSO DELLA POLTRONA DI QUEL PALAZZO.AH CHE NOSTALGIA,VERO “EX-CAVALLIERE”?!!!!!MA L’ARTICOLISTA DOVREBBE DIRE ANZI CHE “PREMIER NON ELETTO” ADIRITTURA PREMIER GOLPISTA.MA NON LO PUO DIRE PERCHE MALGRADO GIOCHI ALL’OPOSIZIONE QUEL GOVERNO LO HA VARATO LUI INSIEME A NAPOLITANO NAZARENO MEDIANTE,E RESTA IL PRINCIPALE SOSTENITORE E ISPIRATORE.IL VERO GOLPISTA,IL POTERE DIETRO IL TRONO,E ‘ LUI.

2-IL GIORNALE DI FAMIGLIA SE LA PRENDE CON LO SMARTPHONE E LE RETI SOCIALI,PROVA CHE L’EX-CAVALLIERE OLTRE AD UN NOSTALGICO DELLE ABITAZIONI DI PALAZZO CHIGGI RESTA UN FERMO SOSTENITORE DEI VECCHI MEZZI,E CIO’E’ DEI TELECANDIDATI DELLA SUA EGEMONICA TV TRADIZIONALE DIMENTICANDO CHE MALGRADO RENZI GIOCHI AL CULTORE DEI NUOVI MEZZI AFFIDANDOSI AL TWEET E LO SMARTPHONE,RESTA,E COME LUI SALVINI ,FITTO ED ALTRI,UN PATTISTA BIPARTISAN TELEVISIONE-NUOVI MEZZI,APPARTENIENTE ALLA GENERAZIONE,APPUNTO,”TELE-MACO”.

TUTTE DUE APPARTENGONO AL PASSATO,QUELLO DEI MEZZI TRADIZIONALI E STANNO CERCANDO DI SNATURALIZZARE E SOSTITUIRE LA NUOVA ERA VINCENTE,QUELLA IN QUI IL POPOLO PASSA AD AVERE VOCE IN CAPITOLO NON PASSIVO CONSUMITORE DEL MESSAGGIO  UNIDIREZZIONALE DEL CONTATO VIRTUALE A DISTANZA.QUESTA E’ L’ERA DELLE MASSE ESPRIMENDOSI “IN VIVO E IN DIRETTA”,E LA PRIMAVERA ARABA TRA L’ALTRO LO HA DIMOSTRATO.LORO DUE,RIPETO,SONO IL PASSATO CHE NON TORNA.

3-TERZA PAROLA CHIAVE:”AIR FORZE ONE”:IO NON VOLO IN QUESTO “LOW COAST” CARO BERLUSCONI.IL POPOLO ITALIANO NE ANCHE,HA RAGIONE L’ARTICOLISTA,LA LUNA DI MIELE DI RENZI CON L’ELETTORATO E’ FINITA.

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11 APRILE 2016:COLPO  AL NEOLIBERALISMO

-SU LE MONDE:

« Panama papers » : le Panama écarte la prise de mesures de rétorsion contre la France

Le Monde.fr avec AFP et Reuters | 09.04.2016 à 03h55 • Mis à jour le 09.04.2016 à 15h50

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image: http:/s2.lemde.fr/image/2016/04/09/534×0/4899011_6_40e1_le-panama-avait-menace-de-represailles_fa5c965277d19e7ca62c6b62dda78534.jpgLe Panama avait menacé de représailles, mardi, après la décision de la France de le réinscrire sur la liste noire des Etats non coopératifs en matière fiscale.

La décision de Paris de réinscrire le Panama sur sa liste noire des Etats non coopératifs en matière fiscale est « erronée » et « non nécessaire », a jugé vendredi 8 avril le président panaméen Juan Carlos Varela, quelques heures après que Bercy a entériné cette mesure par arrêté. Après une conversation téléphonique avec son homologue François Hollande, le chef de l’Etat a expliqué que son pays n’envisageait toutefois pas de « mesures de rétorsion », préférant la voie diplomatique dans la recherche d’une solution. Devant des journalistes, M. Varela a ainsi réaffirmé « son engagement à la transparence et, surtout, de continuer à lutter avec tous les pays pour arriver, grâce à la coopération et la diplomatie, aux résultats recherchés ».

Lire aussi :   Le Panama de retour sur la liste noire française des paradis fiscaux

Une réunion spéciale sur les « Panama papers », l’enquête internationale sur l’évasion fiscale à laquelle Le Monde a participé, s’était tenue le 5 avril au matin à l’Elysée. A l’issue de cette dernière, la décision a été prise de réinscrire le Panama sur la liste noire française des Etats et territoires non coopératifs (ETNC) en matière fiscale, après l’enquête sur les pratiques de la firme panaméenne Mossack Fonseca. Cette annonce avait été vivement critiquée par le Panama, qui avait menacé mardi la France de représailles.

Lire aussi :   « Panama papers » : à quoi servent les listes noires de pays ?

« Totale transparence »

Vendredi lors de son entretien avec M. Valera, François Hollande « a vivement encouragé le Panama à répondre aux demandes d’informations des autorités fiscales françaises ». Le chef de l’Etat français « a par ailleurs confirmé que la France avait demandé la tenue la semaine prochaine d’une réunion des experts de haut niveau de l’OCDE [Organisation de coopération et de développement économiques] pour travailler à une action coordonnée des administrations fiscales ».

Lire aussi :   Ce qu’il faut retenir des « Panama papers »

De son côté, le ministre des finances panaméen s’envolera la semaine prochaine pour Paris, a fait savoir le président panaméen. Selon Bercy, Michel Sapin devrait le recevoir pour lui demander une « totale transparence » sur la situation des Français au Panama.

Ce petit Etat d’Amérique centrale est le siège de nombreuses compagnies offshore. Son secteur financier florissant représente, en comptant les revenus issus du célèbre canal du même nom, près de 80 % du PIB. La Commission européenne l’a intégré dans une liste de 30 paradis fiscaux en présentant en juin 2015 son plan de lutte contre l’évasion fiscale des entreprises multinationales. Le GAFI, institution de lutte contre le blanchiment, l’a pour sa part retiré de sa liste grise, début de 2016

En savoir plus sur http:/lemonde.fr/panama-papers/article/2016/04/09/panama-papers-le-panama-ecarte-la-prise-de-mesures-de-retorsion-contre-la-france_4899012_4890278.html

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REAZIONE:VERSO UN NUOVO ORDINE FINANZIERO MONDIALE.
E,NATURALMENTE,VISTI I PERSONAGGI COINVOLTI,LE SUE AREE DI INFLUENZA,LE ISTITUZIONI E PAESI COINVOLTI E LE ASTRONOMICHE CIFRE DI DENARO IN BALLO,VIENE DA CHIEDERSI SE NON SIA IL CASO DI CERCARE QUI POSSIBILI FONTI DI FINANZIAMENTO DEL TERRORISMO.

https://youtu.be/PcjJhiwKSAw

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11 APRILE 2016:PROFESSORESSA TRANSGREDER,BALLO IN MOSTRA

-SU GOOGLE:

Prato, professoressa trans balla e si spoglia in classe
https://youtu.be/r9MlPP3PXM8
pubblicato il 9 aprile 2016 alle ore 19:35

Il tutto è avvenuto all’Istituto Gramsci Keynes di Prato. L'insegnante transgender improvvisa un balletto con un accenno di spogliarello, in cui mostra la biancheria intima. Le immagini sono state diffuse dalla pagina Facebook "Azione Giovani - Gioventù Nazionale Prato" dopodiché la preside dell'istituto ha deciso di avviare un'azione disciplinare. ( Qui la notizia: http://www.fanpage.it/professoressa-trans-improvvisa-spogliarello-sexy-in-classe-polemica-a-prato/ )

REAZIONE:IL BALLO IN MOSTRA E' UNA COSA INCREDIBILE:NUDA IN CLASSE  PER I RAGAZZI

 

https://youtu.be/Zi_XLOBDo_Y

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-APPENDICE:ANCHE QUESTA SI SPOGLIA

Arrestation musclée d’une FEMEN au maroc ( Béni Mellal )

 


Arrestation musclée d'une FEMEN au maroc ( Béni... por sadalyawm

REAZIONE:MA QUESTA NON BALLERA

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D
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