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FAITES INTERNES 1:CONTINUATION 280

12 Avril 2016 , Rédigé par docciancimino Publié dans #Senza categoria

12 APRILE 2016:REGENI,LIBIA E RENZI,FUMO NEGLI OCCHI . -SU LA REPUBBLICA: Regeni, oggi il summit con l'ambasciatore. Ma Al Sisi rafforza l'intesa con la Francia

Hollande con Al Sisi in una foto d'archivio . Gentiloni riceve Massari, richiamato dal Cairo. L'attesa per un segnale dal rpesidente francese di VINCENZO NIGRO . 12 aprile 2016 . Regeni, oggi il summit con l'ambasciatore. Ma Al Sisi rafforza l'intesa con la Francia Hollande con Al Sisi in una foto d'archivio ROMA - Ridimensionata per il momento nel suo versante giudiziario, la vicenda Regeni torna ad essere quello che è stata dal primo momento: un caso politico delicatissimo. Un incidente di portata strategica per gli interessi di sicurezza dell'Italia. Un affare in cui il governo Renzi è stato costretto ad aprire gli occhi su un regime che si è trasformato in "un alleato necessario ma pericoloso, di cui abbiamo scoperto il volto in Italia e in Europa", come dice una fonte di Palazzo Chigi.

Oggi pomeriggio il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni riceverà alla Farnesina l'ambasciatore italiano al Cairo Maurizio Massari, richiamato per consultazioni dopo il fallimento della soluzione "giudiziaria" tentata dal governo. In programma ci sono i prossimi passi da prendere nei confronti del Cairo, ma soprattutto la valutazione di una nuova linea per gestire il rapporto con un governo impegnato così massicciamente in azioni di tortura e repressione.

Sono già state studiate alcune contromisure, ma per il momento la Farnesina vuole costruire un percorso politico da condividere anche con gli Stati Uniti e con i partner europei. E qui viene il bello: cosa potrà aspettarsi l'Italia dai partner europei sull'Egitto? Guarda caso proprio nei giorni scorsi è stata al Cairo una delegazione di 12 alti funzionari della Repubblica francese, guidata dal capo del protocollo dell'Eliseo, Elizabeth Dobelle. Il presidente François Hollande farà in Egitto una visita di Stato al massimo livello a partire dal 18 aprile. Una missione in cui il socialista Hollande viaggerà accompagnato da decine di uomini d'affari francesi, ma soprattutto firmerà una serie interminabile di contratti per la vendita di armi.

Il tutto prende il via con una astuta manovra politica, militare ed economica ideata da Sisi: nel febbraio 2015 il presidente-generale firma un primo contratto-monstre con l'industria militare francese, l'acquisto di 24 aerei da caccia Rafale per un valore di 5,2 miliardi di dollari. Contratto strategico per il regime egiziano, con il generale che dà sfoggio della propria abilità anche per le forme di finanziamento scelte: gli aerei vengono pagati per metà da un dono dell'Arabia Saudita e per il resto da un "loan" garantito dalla Cassa depositi e prestiti francese. Di fatto l'Egitto si compra gli aerei con soldi francesi e sauditi, e soprattutto riceve in cambio le chiavi del sistema politico-militare francese.

Dopo il contratto dei caccia, la Francia non si è fermata: i cantieri francesi hanno venduto proprio all'Egitto le due portaelicotteri costruite per Vladimir Putin, ma la cui cessione alla Russia era stata bloccata dalle sanzioni per la guerra in Ucraina. Le navi classe Mistral sono ora attese in Egitto: la prima potrebbe arrivare ad Alessandria già nel mese di giugno: altri 3 miliardi di dollari.

Dal 18 aprile François Hollande firmerà anche altri contratti: si chiuderà la vendita di 4+2 corvette della classe Gowind per 400 milioni, di un satellite per osservazioni e telecomunicazioni militari da 600 milioni e di altro materiale vario per un totale di più di 1 miliardo di euro. E anche in questo caso l'Egitto, che è vicino al collasso economico, punta sui prestiti stranieri: su un consorzio bancario francese guidato dal Credit Agricole, che evidentemente ritiene che il regime egiziano abbia lunga vita e soprattutto sia solvibile.

Se fosse soltanto il caso Regeni, per l'Italia sarebbe inevitabile incassare il colpo senza poter fare molto altro. Ma l'alleanza industrial-militare dell'Egitto con la Francia ha un effetto collaterale immediato sulla crisi più delicata per l'Italia: la guerra di Libia. L'Egitto in Libia appoggia la milizia dell'ex generale gheddafiano Haftar in Cirenaica, e a Bengasi quel generale nelle ultime settimane è riuscito a mettere a segno una moderata avanzata, proprio grazie al sostengo segreto di truppe speciali francesi. In Libia, quindi, la Francia sostiene pubblicamente il governo di unità nazionale di Tripoli, ma poi di fatto appoggia militarmente con l'Egitto il generale che vuole la separazione della Cirenaica dal resto del paese. Una separazione che lascerebbe in Tripolitania il grosso delle milizie jihadiste e dei gruppi terroristi: proprio di fronte all'Italia. http:/repubblica.it/esteri/2016/04/12/news/egitto_francia_italia_caso_regeni-137420509/?ref=HREC1-3 . REAZIONE:TAGS(PAROLE CHIAVE): -FRATELLI MUSSULMANI:BENE EGITTO,BENE LA FRANCIA.A REGENI LO HANNO UCCISO I FRATELLI MUSSULMANI,ALLEATI DELL'IS. -MISTRAL:LA RUSSIA SOSTIENE L'EGITTO COME SOSTENEVA ASSAD. -LIBIA:BENE LA FRANCIA,BENE L'EGITTO,MALE L'ITALIA,SERRAJ E OBAMA CHE HA CAMBIATO E SOSTENUTO LA SOLUZIONE DI UNITA NAZIONALE VOLUTA DA BERLUSCONI(LARGHE INTESE) E FAVORISCE I TERRORISTI. -MEDIOEVO:BENE LA SOLUZIONE DEMOCRATICA DELLA PRIMAVERA ARABE IN LIBIA,MALE OBAMA CHE HA VOLUTO DARLI CONTENUTO TEOCRATICO MEDIEVALE. MA IL POPOLO HA DETTO NO,SIA IN EGITTO CHE IN TUTTI I PAESI DOVE QUELLA HA AVUTO SUCCESSO.E INSISTE FAVORENDO QUESTA SOLUZIONE UNITARIA VOLUTA DALLA MOGHERINI E ORA DAL MEDIATORE ONU. -DISINFORMAZIONE:LA VISIONE DEL CASO REGENI E DELLA LIBIA CHE DA RENZI E LA GRANDE STAMPA ITALIANA E' CAMPATA PER ARIA E DEVE MODIFICARLA TUTTI I GIORNI:NON COINCIDE CON QUESTA REALTA EUROPEA DELLA FRANCIA NE CON NESSUNA VISIONE FUORI FRONTIERE. -MC CAIN:OBAMA SI DICE DELLUSO DALL'EUROPA IN LIBIA:E COME LA PENSA SU MC CAIN IL CAPO E IDEOLOGO REPUBBLICANO DELLA NO FLY ZONE?

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12 APRILE 2016:LETTURE CONSIGLIATE

1-SU LA STAMPA:VA PRESO CON TUTTE LE CAUTELE

Un dossier anonimo contro l’ammiraglio De Giorgi: “Ecco tutte le spese pazze”

Inchiesta di Potenza, spuntano documenti sul capo di stato maggiore della Marina: «Festini e scambi di interessi con il fidanzato della ministra Guidi»
ANSA

Il capo di stato maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi

12/04/2016
grazia longo,inviata a potenza

La stagione dei veleni è appena cominciata. Non si sono ancora placate le polemiche per il dossier contro il ministro Graziano Delrio, che ne spunta fuori un altro. Stavolta nel mirino c’è il capo di stato maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi, al centro del filone siciliano dell’inchiesta sulle estrazioni petrolifere in Basilicata.

LA GOLA PROFONDA

Contro di lui c’è un dossier anonimo che è stato consegnato alla procura di Potenza, alla presidenza del Consiglio e al ministero della Difesa. Documenti, allegati, che contestano l’operato e le spese folli dell’alto ufficiale della Marina, in pole position, fino a poco prima dello scandalo, per diventare il nuovo capo della Protezione civile. Festini e spese pazze sono denunciate dalla gola profonda che accusa De Giorgi. Si legge ad esempio dei «festini da lui organizzati da comandante a bordo della nave Vittorio Veneto... con tanto di trasferimento a mezzo elicottero, di signorine allegre e compiacenti. O di quella volta, sempre da comandante della nave Vittorio Veneto in sosta a New York, che accolse gli invitati a un cocktail a bordo, in sella a un cavallo bianco». Grande amante del lusso, secondo il dossier, l’ammiraglio fece spendere 42 milioni di euro per rifare l’area delle cabine degli ufficiali della nave Bergamini, dopo una visita a Fincantieri.

I LEGAMI CON GEMELLI

Nell’inchiesta di Potenza - il procuratore Luigi Gay, l’aggiunto Francesco Basentini, la pm Laura Triassi e Elisabetta Pugliese della Dna - l’ammiraglio è accusato di abuso d’ufficio. Il sospetto è che ci sia stato uno scambio di «interessi» tra lui e il fidanzato dell’ex ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi. L’imprenditore petrolifero Gianluca Gemelli - anche in questo caso indagato per traffico d’influenza illecita, proprio per aver speso la posizione dell’ex ministra - avrebbe avuto il suo tornaconto grazie alla costruzione di un pontile per lo stoccaggio del petrolio. In cambio avrebbe speso la posizione della Guidi per uno stanziamento del ministero delle Finanze. Più in particolare, si trattava di gestire spese per 5,4 miliardi di euro: il progetto del rimodernamento dell’intera flotta italiana, inserito nella cosiddetta legge navale.

FESTINI E CHAMPAGNE

Nelle pagine del dossier anonimo (che come tale va preso con tutte le cautele), viene rappresentato un capo di stato maggiore che folleggiava a champagne, intimoriva i sottoposti, i quali solo per paura non ne denunciavano l’atteggiamento. Fango e menzogne contro l’ammiraglio? La sua carriera militare è senza macchia. Venerdì mattina, intanto, verrà interrogato in procura a Potenza in merito all’accusa di abuso d’ufficio. Inevitabilmente, anche se non c’entra con le indagini, l’attenzione ricadrà sul dossier e sulla sua immagine in sella al cavallo bianco.

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

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http:/lastampa.it/2016/04/12/italia/cronache/un-dossier-anonimo-contro-lammiraglio-de-giorgi-ecco-tutte-le-spese-pazze-AMYdAW3LbQToIb31PbRM8O/pagina.html
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REAZIONE:QUANTO MENO SU GLI "scambi di interessi con il fidanzato della ministra Guidi»,RENZI NON POTEVA NON SAPERE PERCHE LUI E' IL RAPRESENTATE  MASSIMO SIA DEL GOVERNO CHE DELLE FORZE ARMATE.PER TANTO QUELLA AMMISSIONE  COME AUTORE IN PRIMA PERSONA SULL'EMMENDAMENTO DEVE ESSERE UNA PRESA DI RISPONSABILITA,OLTRE CHE UNA SFIDA PUBBLICA  ALLO STATO E AL POPOLO ITALIANO,CHE NON PUO PASSARE SENZA CONSEGUENZE SIA GIUDIZIARIE CHE POLITICHE.
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2-LA FUTURA COPPIA REALE INGLESE AL PAESE DELLE VACHE SACRE
-TITOLARE SU LA REPUBBLICA:
Il 93enne sogna di incontrare Kate grazie al web la duchessa lo riceve
(afp)
LE IMMAGINI / INDIA
Il 93enne sogna di incontrare Kate grazie al web la duchessa lo riceve
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-FUORI PROTOCOLO,PENSIONATO CON FIORI GIALLI AL CAFE-BAR:
-Il ristoratore indiano Boman Kohinoor, 93 anni compiuti, aveva un sogno difficile se non impossibile da realizzare: incontrare i reali inglesi almeno una volta nella vita. Così il proprietario del Britannia café di Mumbai, autocelebratosi come "fan numero uno della famiglia reale", quando ha scoperto che William e Kate stavano per arrivare in India per il loro tour ha fatto un disperato appello alla rete: "Aiutatemi a incontrarli". Sui social, con la complicità di un giornale, l'hasthag #WillKatMeetMe è stato condiviso da migliaia di persone con l'unico scopo di aiutare il vecchio Boman. Anche personaggi famosi hanno rilanciato l'appello e così, tweet dopo tweet, il folle tentativo è diventato realtà: come in una favola i reali inglesi hanno mandato a chiamare Kohinoor per incontrarlo nel loro albergo. Lui si è presentato con occhi lucidi e un mazzo di fiori gialli per Kate. "Loro altezze reali sono stati gentilissimi - ha commentato l'anziano - mi hanno chiesto del ristorante e dei miei piatti migliori. Ho detto loro di portare tutto il mio amore alla regina, al piccolo principe George e alla principessa Charlotte. Avrei voluto poter parlare di più, ma sono comunque grato per questa splendida opportunità"a cura di GIACOMO TALIGNANI
11 aprile 2016
http:/repubblica.it/esteri/2016/04/11/foto/93enne_ristorante_indiano_famiglia_reale_william_kate-137398461/1/?ref=HRESS-30#1
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REAZIONE:I FUTURI RE E REGINA INGLESI IN VISITA UFFICIALE AL PAESE INDIANO.E SONO ANDATE ANCHE AL TAJ-MAHAL,IL PALAZZO CHE E' UN CANTO ALLA VITA,PATRIMONIO CULTURALE ISTORICO ALL'ONU(VEDI SOTTO).ANCHE LEI NON CI CREDA.

-india

17 Aprile

William e Kate sulla panchina al Taj Mahal, come Diana 24 anni prima
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3-PEDOFLIA,NON C'E' AUTOCRITICA STRUTTURALE
-SU LE MONDE:
Idées
Article sélectionné dans la matinale du 12/04/2016
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Pédophilie dans l’Eglise : « Notre collaboration avec la justice doit être totale »

LE MONDE | 12.04.2016 à 06h46,Mis à jour le 12.04.2016 à 07h17

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image: http:/s2.lemde.fr/image/2016/04/12/534x0/4900258_7_85e5_une-conference-des-eveques-de-france-le-15_3f20f7a4ee4dff1f294e471f3fb4ed0f.jpg

 

Une conférence des évêques de France le 15 mars 2016 à Lourdes.

Par Monseigneur Georges Pontier, archevêque de Marseille

Des victimes d’actes immoraux commis par des prêtres à des époques plus ou moins lointaines expriment leur souffrance, parfois leur colère et leur questionnement face à la manière dont les responsables de l’Eglise ont géré ces actes et leurs auteurs. Au nom des évêques de France, je tiens à leur exprimer notre écoute respectueuse, notre demande de pardon pour des actes commis par certains membres de l’Eglise dont on attendait un comportement conforme à leur vocation et à leurs engagements. Nous comprenons mieux la profondeur de la blessure subie et la possibilité que nous n’ayons pas géré toujours les situations de la meilleure manière.

Je voudrais ajouter quelques mots pour partager notre état d’esprit après notre travail des dernières assemblées de l’épiscopat à ce sujet. Depuis l’an 2000, notre prise de conscience de la souffrance des victimes n’a cessé de croître à l’instar de celle de l’ensemble de la société qui n’analysait pas d’une manière satisfaisante cette réalité auparavant. C’est ainsi que nous avons précisé un code de bonne conduite pour gérer ces situations. Le respect des victimes, notre devoir à leur égard et les exigences nouvelles du législateur...

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En savoir plus sur http:/lemonde.fr/idees/article/2016/04/12/notre-collaboration-avec-les-autorites-doit-etre-totale-notre-ecoute-des-victimes-ouverte-et-bienveillante_4900259_3232.html

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REAZIONE:MONSIGNOR PONTIER NON PUO PRETENDERE,DATA L'ESTENZIONE E GRAVITA DEL FATTO PEDOFILO,FARLO PASSARE COME UN SEMPLICE ATTO DI INCONDOTTA DA RISOLVERE CON LA COLLABORAZIONE CON LA GIUSTIZIA.OLTRE CHE ALLA DOVUTA COSTRIZIONE,RICHIESTA DI PERDONO,PENTIMENTO E RIPARAZIONE VERSO IL DANNIFICATO,CI DEVE ESSERE UNA PRESA DI COSCIENZA SULLA STRUTTURA DELLA CHIESA.E NON SERVE NE ANCHE COME PRETENDE IL PRETE AUSTRALIANO PELL RIFUGIARSI IN TUTTI GLI ERRORI STORICI DELL'ISTITUZIONE.CI DEVE ESSERE UNA PROFONDA AUTOCRITICA CHE FIN ORA NON SI HA VISTO:LA CHIESA HA DELUSO LA FIDUCIA DEI FEDELI SIA NEI SUOI PASTORI CHE NEL SUO MESSAGIO.
-APPENDICE,14/04/2016:Presa di cocienza ella chiesa Francese
-SU LE MONDE:
Idées
Pédophilie : la salutaire prise de conscience de l’Eglise

LE MONDE | 13.04.2016 à 11h11,Mis à jour le 13.04.2016 à 11h26

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image: http:s2.lemde.fr/image/2016/04/13/534x0/4901135_7_1c48_le-cardinal-philippe-barbarin-lors-d-une-messe_8d17ddc6d242051150d3d1d512bf7a66.jpg

 

Le cardinal Philippe Barbarin, lors d'une messe à Lyon, le 12 avril.
Editorial du « Monde ». Mieux vaut tard que jamais. Pendant trop longtemps, la hiérarchie catholique française a fait preuve d’une complaisance coupable à l’égard de prêtres impliqués dans des affaires de pédophilie. Trop souvent, elle a préféré occulter – par le silence ou l’inertie, quand ce n’était pas par la dénégation – des abus sexuels sur des mineurs par des hommes d’Eglise. Elle a cru possible d’échapper ainsi à l’opprobre. En réalité, elle a pris le risque de laisser s’installer une suspicion délétère à son encontre.

Nous y sommes. Les révélations récentes accablantes sur l’affaire d’un prêtre lyonnais qui a eu la charge de jeunes scouts pendant des décennies, en dépit des plaintes répétées des enfants et de leurs parents auprès de sa hiérarchie, semblent avoir enfin produit un électrochoc. D’autant plus qu’elles ont conduit à la mise en cause, pour non-dénonciation d’agressions sexuelles, du cardinal Philippe Barbarin, l’archevêque de Lyon.

Sera créée, en principe dans chaque diocèse, une cellule d’écoute sur le modèle de celle expérimentée à Orléans

La Conférence des évêques de France l’a compris. Non pas qu’elle n’ait rien fait depuis une quinzaine d’années, comme en témoigne le livret Lutter contre la pédophilie publié en 2002. Mais c’était loin, à l’évidence, d’être suffisant. Mardi 12 avril, les évêques ont annoncé un ensemble de mesures qui témoignent de leur volonté de ne plus esquiver le problème. Mieux, de s’y attaquer sérieusement.

Ainsi, pour la première fois, priorité est donnée à l’accueil, à l’écoute et à l’accompagnement des victimes, trop souvent négligées comme le démontre l’affaire lyonnaise. Sera donc mise en place, en principe dans chaque diocèse, une cellule d’écoute sur le modèle de celle qui est déjà expérimentée à Orléans. Et ces cellules seront coordonnées par une nouvelle instance permanente de lutte contre la pédophilie.

Lire aussi :   Pédophilie : l’Eglise catholique s’engage à mieux écouter les victimes

Le deuxième engagement essentiel pris par la Conférence des évêques est d’empêcher des prêtres impliqués dans de telles affaires, ou soupçonnés de l’être, de poursuivre leur ministère. Concrètement, ces prêtres seront suspendus de leur mission auprès d’enfants ou d’adolescents jusqu’à ce que la justice pénale ait tranché. Cette articulation plus étroite entre procédures canoniques et judiciaires est indispensable. Pour plus de transparence, le guide pratique des procédures à suivre par les évêques – dont le pape Benoît XVI avait demandé la rédaction dès 2012 – sera publié sur le site Internet de la cellule de veille.

Le prix à payer

En outre, une commission nationale d’expertise indépendante, composée de magistrats, de médecins, de psychologues et présidée par une personnalité laïque qualifiée, va être mise en place pour aider les évêques à mieux évaluer la situation de prêtres convaincus d’abus sexuels sur des mineurs. Enfin, la Conférence des évêques de France entend ne pas laisser dans l’ombre des affaires anciennes restées impunies. A rebours de l’attitude de Mgr Barbarin à Lyon, la hiérarchie catholique assure qu’elle « n’est pas juge de la prescription ».

Cette prise de conscience et les bonnes intentions affichées sont salutaires. Reste à les mettre en œuvre avec détermination et efficacité. Reste, surtout, à restaurer, au sein de chaque diocèse, la confiance ébranlée entre l’Eglise et ses fidèles, à commencer par les parents et leurs enfants. C’est une condition indispensable. Elle réserve probablement à l’Eglise catholique des moments difficiles et de pénibles mises à jour. Mais c’est le prix à payer pour son manque de vigilance passé.

Lire aussi la tribune :   « Notre collaboration avec la justice doit être totale »

En savoir plus sur http:/lemonde.fr/idees/article/2016/04/13/la-salutaire-prise-de-conscience-de-l-eglise_4901136_3232.html

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REAZIONE:BENE,MEGLIO TARDI CHE MAI.MA AL DI FUORI DELLA FRANCIA?RESTANO I MIEI DUBBI(ANCHE IN FRANCIA NATURALMENTE):VISTO L'ATTITUDINE AUTARCHICA SIA DI BENDETTO XVI CHE BERGOGLIO RIFLETTUTA ANCHE NELLA LEGISLAZIONE VATICANA RECENTEMENTE VARATA AL RIGUARDO,NON CI CREDO.MA RICEVO E RIMANDO AL MITTENTE LA NOTA:NOBLESSE OBLIGHE.
-APPENDICE:
-SU LE MONDE:
Editorial

Deux vérités sur l’affaire Barbarin

© SAFIN HAMED / AFP
© SAFIN HAMED / AFP

Plusieurs personnes ont porté plainte contre le cardinal Barbarin pour sa gestion d’affaires anciennes impliquant des prêtres ayant commis des abus sur mineurs. Les actes eux-mêmes semblent prescrits. Mais l’époque fait remonter à la surface des souffrances qui ont cheminé de manière insidieuse. Si ce décalage temporel semble étrange, il faut admettre que dans de telles situations la victime se contraint souvent à un silence prolongé et destructeur, au point que certains plaident pour un rallongement de la prescription. Sur le plan proprement ecclésial, sans la culture du secret qui a longtemps prévalu, nombre de ces affaires seraient purgées depuis belle lurette.

Première vérité. À l’échelle de l’ensemble de l’Église catholique, la lutte contre les abus d’autorité a été défectueuse. Soit par amateurisme. Soit par refus de croire les plaignants. Soit par peur du scandale. On s’est contenté de déplacer les agresseurs au lieu de les mettre dehors, et on a fait passer victimes ou lanceurs d’alerte pour de mauvais chrétiens. En voulant protéger l’institution, on a trahi les innocents et bafoué l’Évangile. Les choses ont changé grâce à Benoît XVI et au travail des journalistes, comme le montre le film Spotlight, même s’il reste, comme l’a reconnu le président de la conférence épiscopale, Mgr Georges Pontier, « des cas épars qui apparaissent chaque année ». Je suis fier d’avoir supervisé, il y a longtemps déjà, la première grande enquête, qui portait sur plusieurs communautés religieuses. Elle nous a valu bien des reproches ecclésiaux. Et pourtant, nous avons contribué à ce que le ménage soit fait. Par la suite, j’ai milité, et je continue de le faire, pour que l’Église dissolve systématiquement les communautés dont le fondateur a commis des abus (spirituels ou sexuels, les deux étant souvent liés). Je l’ai écrit pour les ­Légionnaires du Christ et je pourrais l’écrire pour d’autres, y compris françaises. Je regrette que Benoît XVI et le pape François n’aient pas osé aller jusque-là.

Seconde vérité. Je me sens d’autant plus à l’aise pour l’écrire : la chasse au Barbarin est violente. Le racolage médiatique se repaît d’outrances et d’approximations. Faut-il rappeler ce qu’est la présomption d’innocence ? À supposer qu’elle suive son cours, une plainte ne fait ni un coupable ni un complice. Mais quand il s’agit de l’Église catholique, cible trop commode, toute tentative d’apporter réponse ou nuance sera dénigrée, ridiculisée, présentée comme maladresse ou mépris. On mélangera le passé et le présent. On imputera à cet archevêque des fautes commises sous le règne du prédécesseur du prédécesseur de son prédécesseur, dans un contexte tout autre pour l’Église comme pour la société. On passera sous silence ce que le cardinal a fait, lui, dans de semblables affaires. On omettra de dire qu’il y a quelques années une journaliste avait essayé de le piéger en prétendant qu’elle avait été victime d’abus : Philippe Barbarin l’avait incitée à porter plainte.

Sans même parler de règlement de comptes avec le christianisme, à tout le moins avec une Église dont on peut comprendre qu’elle paie sa posture moralisatrice, il est possible que certaines veuillent faire taire une voix qui porte sur bien des sujets de société, des Roms à l’euthanasie. Manuel Valls était ministre de l’Intérieur à l’époque du mariage pour tous. Il appelle à sa démission. Attitude plus gallicane que laïque. Qu’un haut fonctionnaire de ce même ministère de la police et des cultes soit très impliqué dans la bataille ajoute des interrogations aux interrogations. Il est plus que jamais nécessaire de laisser agir la justice. L’Église n’est plus au-dessus des lois. Tant mieux ! Elle ne doit pas sombrer dans la paranoïa. Mais la presse et les réseaux sociaux ne sont pas un tribunal d’exception. Et la criminalisation de l’Église est insupportable pour tous ces prêtres en lesquels les catholiques gardent confiance.

http:lavie.fr/debats/edito/deux-verites-sur-l-affaire-barbarin-15-03-2016-71428_429.php

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14 APRILE 2016:IL PAPA NON PREGA A SANT'ANTONIO
-SU LE MONDE:
Editorial

François bouscule l’ordre

   
© ServizioFotograficoOR/CPP/CIRIC

© ServizioFotograficoOR/CPP/CIRIC

Le pape doit se rendre vendredi sur l’île grecque de Lesbos en compagnie de la principale autorité du monde orthodoxe, le patriarche œcuménique Bartholomée. C’est la première fois que les deux hommes se déplacent ensemble et que les deux Églises font cause commune de cette manière. Le moment choisi porte beaucoup de sens, alors que l’Europe s’arrange avec la Turquie pour fermer ses frontières et contenir les flux de migrants sur l’autre rive de la Méditerranée. Avant même qu’aucun mot n’ait été prononcé, on pressent à la fois la portée morale du voyage et sa dimension historique.

Fils de Piémontais partis tenter leur chance sur un autre continent, le pape argentin a sur les migrations un point de vue tranché. Certes un récent discours au corps diplomatique a introduit de la nuance. Mais un voyage à Lesbos pèse d’un autre poids qu’un texte ­destiné aux ambassadeurs. François n’entend pas faire dans le réalisme à la Rocard (« Nous ne pouvons pas héberger toute la misère du monde. La France doit rester ce qu’elle est, une terre d’asile politique (…) mais pas plus. »). En se rendant sur cette île symbole des drames de notre temps, il s’oppose à tous les dirigeants ­politiques nationaux comme à ceux de l’Union européenne. À tous ! Que ceux-ci préconisent une ­fermeture complète ou une gestion de plus en plus au compte-gouttes, qui filtre, trie et repousse.

Le point commun entre le voyage à Lesbos et Amoris lætitia, l’exhortation sur la famille et le mariage, c’est l’embarras que ce pape suscite dans une partie de l’opinion catholique, celle-là même qui durant les dernières décennies s’est montrée la plus papiste et qui souffre de ne plus pouvoir l’être. Le clivage entre progressistes et conservateurs a perdu de sa signification dans bien des domaines. Il n’en reste pas moins vrai que ce pontificat suscite le malaise de catholiques attachés à la préservation d’un cadre identitaire et d’une clarté dogmatique dans un monde relativiste et mouvant. Sur les migrations, la ligne de partage est surtout celle des deux Europe : les Églises polonaise ou hongroise, pour ne citer qu’elles, défendent une approche nationaliste, en phase avec leur gouvernement et aux antipodes du pape François. Sur le mariage, le clivage n’est pas géographique et culturel, mais théologique et pastoral. Mais ce qui gêne, c’est toujours la figure d’un pape qui bouscule les repères et invite les catholiques à accepter le risque.

Avec ce pape, le changement repose sur trois paradoxes. D’abord, c’est de plus en plus frappant, celui d’un pontificat qui a renoncé aux réformes de structure pour se consacrer à celle des consciences, plus ambitieuse, mais plus incertaine. Ensuite celui d’un pape qui parle haut et fort et qui dans le même temps ne prétend pas avoir réponse à tout. « Tous les débats doctrinaux, moraux ou pastoraux ne doivent pas être tranchés par des interventions magistérielles », écrit-il dès les premières lignes d’Amoris lætitia (« la joie de l’amour »). Troisième paradoxe : un pape qui ne semble pas toujours s’embarrasser de subtilités, mais qui dans son texte sur la famille nous invite à regarder le concret des existences, à discerner, à juger au cas par cas pour sortir des stériles oppositions idéologiques et de l’écrasante logique du tout ou rien. Ce qui unifie ce discours et empêche que ces trois paradoxes ne deviennent une seule contradiction, c’est certainement la bienveillance évangélique. Le choix de la miséricorde comme lampe pour toutes nos tempêtes.

> Amoris lætitia, un cadeau :

Célibataire ? Jeunes fiancés ou vieux couple ? Avec ou sans enfants ? Divorcé ou engagé pour toujours ? Lisez le livre du pape sur la famille ! Amoris lætitia est une magnifique méditation sur la vie. Un texte qui diffusera de la force, de l’espérance et du courage dans toutes les familles.

http:/lavie.fr/debats/edito/francois-bouscule-l-ordre-12-04-2016-72167_429.php
REAZIONE:IL PAPA NON GRADISCE LA SOLUZIONE "ALL'AUSTRALIANA" DELLA UNIONE EUROPEA ADOTTATA PER I PROFUGHI SIRIANO APRODATI IN GRECIA E RISPEDITI IN TURCHIA "A PAGAMENTO":QUELLO DEL TITOLO.
PERO NULLA DICE DEL MURO CHE L'AUSTRIA HA VARATO CONTRO GLI ITALIANI VERI CHE L'UE IN COMPENSO HA CONDANNATO DURAMENTE MINACCIANDO RITORSIONI.
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14 APRILE 2016:ANCHE SARKOZY ALL'INDIA
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-SU LE FIGARO:
Sarkozy convaincu de l'alternance en 2017
*Home ACTUALITE Politique
*Par Charles Jaigu

*Mis à jour le 13/04/2016 à 21:21*Publié le 13/04/2016 à 18:55

Nicolas Sarkozy rend hommage au Mahatma Gandhi, dans le mémorial qui lui est dédié, mercredi à New Delhi.

REPORTAGE - En déplacement en Inde, l'ancien président a insisté sur la continuité de l'État si la droite revenait au pouvoir.

Envoyé spécial à New Delhi

Invité en Inde par le premier ministre Narendra Modi, Nicolas Sarkozy a commencé sa journée par une visite au mémorial Gandhi, avant de rencontrer successivement Manmohan Singh, l'ancien premier ministre indien, puis pour le déjeuner dans le palais du gouvernement, plusieurs ministres, dont la ministre des Affaires étrangères, et finalement Modi lui-même. «Il est important pour un responsable politique de s'ouvrir sur la nouvelle réalité du monde, a-t-il commenté. La classe politique en France est trop souvent ...

Cet article a été publié dans l'édition du Figaro du 14/04/2016 . 79% reste à lire.

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http:/lefigaro.fr/politique/2016/04/13/01002-20160413ARTFIG00295-sarkozy-convaincu-de-l-alternance-en-2017.php
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REAZIONE:TAGS
-PACE:IN VISITA NEL MEMORIALE DEL LEADER PACIFISTA GANDHI.
-"ALTERNANCE":
1-IN FRANCIA I SONDAGGI PER LA RIELEZIONE NON FAVORISCONO HOLLANDE,TROPPO BASSI.E LUI NON CONVINCE NE ANCHE ALL'INTERNO DEL SUO PARTITO:VOGLIONO LE INTERNE.
2-CON QUESTE DICHIARAZIONI SARKOZY IMPLICITAMENTE AMMETTE CHE SARA PRESIDENTE ANCORA.ED E' IN CAMPAGNA GIA.
-LO STATO:AL DI LA DELLE DEFFICENZE POLITICHE DI HOLLANDE NELLA LOTTA AL TERORISMO,DEVE VEDERSI QUESTA COME "COSA DI STATO".ED E' IN QUESTO SENSO CHE DEVONO VALUTARSI QUESTE DICHIARAZIONI DI "CONTINUISMO" NELL'ALTERNANZA.
-LO STATO E LA NUOVA ERA:ANCHE LA NUOVA ERA E' STATA INSTITUITA COME COSA DI STATO DAL PROPIO SARKOZY.
INSOMMA SARKOZY RIBADISCE LA CONTINUITA DELLE POLITICHE STATALI SIA NELLA LOTTA AL TERRORISMO CHE NELLA POLITICA INDUSTRIALE ED ECONOMICA AL DI LA DEL GOVERNO DI TURNO:L'"ALTERNANCE"  RASSICURA I MERCATI,E LA INDIA C'ENTRA.E COME:DEI FAMOSI BRICS SOLO LA INDIA CON IL SUO IMMENSO MERCATO DI OLTRE MILLE MILIONI DI ABITANTI, AVANZA IN CRESCITA.
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15 APRILE 2016:LIBERTA DI ESPRESSIONE E SEPARAZIONE DI POTERI IN PERICOLO,DETTATURA STALINISTA
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-SU CORRIERE DELLA SERA:
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il vice presidente del csm
Legnini (Csm): «Indebite divulgazioni delle intercettazioni ledono l’immagine della magistratura»
Netta presa di posizioni contro la diffusione di «informazioni personali non penalmente rilevanti che rischiano di compromettere l’immagine e il prestigio della magistratura»
di Dino Martirano
Il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini (Imagoeconomica) Il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini (Imagoeconomica)
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I giornali e le intercettazioni

In altre parole, osserva il numero due del Csm, l’organo di autogoverno dei magistrati presieduto dal capo dello Stato, la solidità di una indagine e la serietà dell’ufficio giudiziario che la conduce non si può certo misurare con la quantità di intercettazioni non penalmente rilevanti che finiscono sui giornali. Tutto questo Legnini lo ha detto in Corte di Cassazione, a margine dell’incontro che la Procura generale ha organizzato con i capi delle 26 corti d’Appello.

«Solo pettegolezzi»

Con una frase — «sono solo pettegolezzi» — il premier Matteo Renzi aveva liquidato in occasione dell’ultimo consiglio dei ministri i giudizi poco lusinghieri su alcuni ministri “captati” dall’inchiesta di Potenza (quella sul petrolio che ha portato alle dimissioni della ministra Federica Guidi) da persone molte vicine al governo e ai vertici delle Forze armate. Renzi, che più di una volta si è lamentato della lentezza dei processi, ha detto che il governo non toccherà le intercettazioni anche se al Senato, nel ddl sul processo penale fermo da molti mesi in commissione, c’è un articolo di legge che punta a ridurre al massimo la pubblicazione dei “pettegolezzi” non penalmente rilevanti. Nico D’Ascola (Ap), presidente della commissione Giustizia del Senato, ha detto che la discussione generale al ddl sul processo penale (già approvato dalla Camera) terminerà la prossima settimana e poi si inizieranno a votare gli emendamenti.

Le linee guida

Il Consiglio, ha annunciato Legnini, sta già affrontando il tema: «La settima commissione, su impulso del Comitato di Presidenza, dopo aver acquisito le circolari adottate dalle Procure di Roma, Torino e Napoli, ha già avviato il lavoro di definizione delle linee guida sul delicato tema delle intercettazioni telefoniche. L’obiettivo è quello di valorizzare le positive ed innovative misure organizzative adottate dai Procuratori Pignatone, Spataro e Colangelo, portandole a sintesi ed eventualmente integrandole con i contributi della Commissione consiliare e dell’intero Csm».

I capi delle Procure

I criteri di selezione delle intercettazioni adottati a Roma, Torino e Napoli devono poter essere “esportate” anche negli altri uffici giudiziari. Ha dunque spiegato il vice presidente del Csm: «Se quelle misure adottate sono utili a realizzare il rispetto dei valori costituzionali coinvolti non vi è ragione di sottrarsi al dovere di mettere a disposizione di tutti gli uffici di Procura un atto di autoregolamentazione uniforme cui ciascun Procuratore capo e ciascun magistrato inquirente potrà attenersi o ispirarsi».

Le buone prassi

Questo obiettivo del Csm, afferma il vicepresidente, «non può e non deve invadere l’esercizio del potere proprio dei capi delle Procure, che, anzi va salvaguardato e valorizzato, ma il Consiglio, non può sottrarsi al dovere di contribuire a definire buone prassi applicative per tentare di individuare un possibile equilibrio tra l’impiego dell’irrinunciabile strumento investigativo delle intercettazioni e i valori costituzionali sottesi al diritto alla riservatezza, ad una corretta informazione e al diritto di difesa»

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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http:/corriere.it/politica/16_aprile_14/intercettazioni-giornali-legnini-csm-si-schiera-il-no-f9ff5cdc-0247-11e6-9f07-f0b626df35ca.shtml
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REAZIONE:SOLO QUESTA CI MANCAVA,OLTRE A EREGIRSI IN GOVERNO SENZA IL VOTO POPOLARE,IL PD AL GOVERNO ORA ANCHE "INVADE" IL CAMPO DELLA GIUISTIZIA.QUESTO ddl E LE PAROLE DI LEGNINI,EX-FUNZIONARIO DEL GOVERNO RENZI, METTONO IN PERICOLO NON SOLO LA LIBERTA DI ESPRESSIONE MA ADIRITTURA LA SEPARAZIONE DI POTERI.
LE INTERCETTAZIONI NON VANNO FATTE MAI,NON E' IN CONSONANZA CON IL RISPETTO DELLA RPIVACY,E' INQUISIZIONE,MA UNA VOLTA FATTE TUTTI I MEZZI,TUTTI,DEVONO ESSERE IN GRADO DI PUBBLICARE TUTTO SENZA ESSERE DISCRIMINATI.
AD ESSEMPIO:GLI INTRECCI DELLE FAMIGLIE BOSCHI E RENZI NEGLI AFFARI DELLA BANCA ETRURIA E GLI IMPLICANZE DI RENZI E PAPA RENZI NELLE OFF SHORE DI PANAMA SONO PETEGOLEZZE? IL POPOLO HA DIRITTO AD ESSERE INFORMATO DI TUTTO,RILEVANTE PENALMENTE O NO,PETEGOLEZZE O MENO.
E QUALI SAREBBERO I MEZZI STAMPA AUTORIZZATI A PUBBLICARLI?
LA MAGISTRATURA PIU TOSTO CHE AGIRE DI UFFICIO INDAGANDO RENZI PER CONFLITTO DI INTERESSI NELL'EMMENDAMETO,E RENZI PIU TOSTO DI IMPARARE DA CAMERON E CONFESARE I LOSCHI AFFARI  DI FAMIGLIA,NON MINACCINO CON IL BABAVAGLIO.

E RENZI,IL PD E LEGNINI IMPARINO CHE IN UNA DEMOCRAZIA PARTITO,GOVERNO E STATO SONO COSE DIVERSE E SEPARATI.QUELLO DEL TITOLO.

-APPENDICE:MAMMA BOSCHI,PETEGOLEZZE

-affaritaliani.it

Expo, gara per 3 mila. Vince la scuola della madre della Boschi

Polemica sul ministro Boschi. La scuola della madre ha vinto il concorso di Ovs: è stata scelta tra 3 mila istituti e rappresenterà la Toscana nel Padiglione Italia dell'Expo

Giovedì, 30 aprile 2015 - 08:15:00

maria elena boschi 01

Polemica sul ministro Boschi. La scuola della madre ha vinto il concorso di Ovs: è stata scelta tra 3 mila istituti e rappresenterà la Toscana nel Padiglione Italia dell'Expo. Si tratta della scuola primaria “Bani” di san Giovanni Valdarno, il cui premio è stato visto con sospetto da qualcuno.

Il problema, secondo il senatore del Movimento 5 Stelle Vincenzo Maurizio Santangelo è che la scuola fa parte dell’istituto comprensivo “Marconi” diretto dalla preside Stefania Agresti, mamma del ministro per le Riforme Costituzionali Maria Elena Boschi. La polemica si è scatenata su Facebook, dove Santangelo ha postato una foto della Boschi da giovane insieme alla madre accompagnandola con un commento sarcastico: “Ma guarda un po’ che fortuita combinazione! La scuola dell’infanzia “Del Bani”, è l’unica scuola in Italia che andrà all’Expo con un regolare sorteggio. È quella che fa parte dell’Istituto “Marconi” di San Giovanni Valdarno, dove guarda caso, la preside è proprio lei, la mamma del ministro Boschi!”.

Ovviamente le reazioni degli adepti M5s sono subito fioccate, ironiche e accusatorie. I bambini dell’elementare di Valdarno hanno realizzato nel giardino della scuola un’opera, “L’albero della vita”, una grande composizione con materiali naturali, che è stata selezionata insieme a quella di altri 18 istituti, uno per Regione. La loro creazione farà parte di una video installazione interattiva che sarà esposta dal 1° maggio fino alla fine dell’esposizione universale nel Padiglione Italia. Il direttore generale di Ovs, Francesco Sama, ha garantito al Fatto Quotidiano che tutto si è svolto in maniera assolutamente regolare: “È incredibile quanto è accaduto. A Kids Creative Lab, quest’anno hanno partecipato 550mila bambini, 22mila classi, 2800 scuole. Di queste ha vinto il primo premio ovvero i biglietti gratuiti ad Expo, una scuola mantovana. Per gli altri istituti abbiamo deciso di selezionare la scuola che per ogni regione ha partecipato con il maggior numero di bambini".

http:/affaritaliani.it/cronache/expo-gara-per-3-mila-vince-la-scuola-della-madre-della-boschi-365244.html?refresh_ce
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15 APRILE 2015:NAPOLITANO SCARICA RENZI

-SU GOOGLE NEWS:

Il Tempo
08:07 Re Giorgio, senti chi parla "Stop a manovre di palazzo
Il Tempo  - ‎3 ore fa‎
L'ex presidente della Repubblica sconfessa se stesso "Spallata a Renzi? No, sui cambi di governo decidono gli elettori". 25 APRILE, CERIMONIA CON NAPOLITANO E RENZI AD ALTARE PATRIA -FOTO 1. Altri articoli che parlano di.
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REAZIONE:A ME PARE CHIARO:POICHE RENZI HA DETTO CHE SE PERDE IL REFERENDUM VA A CASA,E POICHE NON SI VOTA LA PERMANENZA DI RENZI,CHIAMARE A VOTARE NON E' SPALLATA,IL RISCHIO DI ANDARE A CASA C'E'.QUESTA VOLTA NAPOLITANO NON FA MANOVRA DI PALAZZO.CI HA RIPENSATO E IL VOTO LI DA UN ALIBI PER SCARICARE RENZI.SU DI LUI HA SBAGLIATO E HA IMPOSTO UNA DISCIPLINA DI PARTITO AD ALTRI GIOVANI CHE OGGI SI SONO PENTITI.
CERTO,QUALCUNO DIRA CHE QUESTO GOVERNO DI PALAZZO E' NATO AL SOLO SCOPO DI VARARE QUESTA RIFORMA E SE NON HA LA BENDIZIONE DEL POPOLO,OLTRE CHE NON HA AVUTO QUELLA DELLA CORTE COSTITUZIONALE ESSENDO GIA FORMALMENTE UN GOVERNO ILLEGITTIMO(IN VIGENZA IL PROPORZIONALE),E COERENTE CHE SI DIMETTA SE NON PASSA IL DDL BOSCHI.
CERTO,MA..... QUESTO GOVERNO SI HA RIMANGIATO TANTE COSE NELL'ALTARE DELL'ESPERIENZA BERLUSCONIANA........
IL PUNTO,I PUNTI NON SONO QUESTI,I PUNTI SONO CHE RENZI NON REGGE PIU E ASPETTARLO AL REFERENDUM PER ANDARSENE E' UNA OFFERTA TROPPO AMBIZIOSA,IL TEMPO STRINGE.E IL PUNTO E' ANCHE CHE ESSENDO UN GOVERNO "DI PALAZZO" PER NON DIRE GOLPISTA,NON E' QUESTA LA VIA:RENZI DEVE DIMMETTERSI,DISSOLVERE LE CAMERE E TORNARE AL VOTO GIA.
LE RIFORME?TUTTI FALLIMENTARE,NESSUNA ANDAVA FATTA,NON SONO STATE RIFORME VERE E PROPIE MA SOLO UNA SPARTIZIONE DEL BOTTINO ITALIA CONSEGNATO AL NEOLIBERALISMO DI CERTE MULTINAZIONALI,PRIMA DI TUTTE MICROSOFT E ALTRE BIG.....CONFLITTO DI INTERESSI? DI PIU,ADIRITTURA IMPUDICA SPARTIZIONE.
PARE CHE NAPOLITANO SIA CASCATO DELLE NUVOLE E...SCARICA RENZI.
SE VUOI LEGGERE LA NOTA COMPLETA INCOLLA QUESTA DIREZIONE NEL TUO BROWSER (IO NON CONDIVIDO COMPLETAMENTE L'INTERPRETAZIONE DELLA ATITTUDINE POLITICA DI NAPOLITANO,SIA UN'ALTRA MANOVRA DI PALAZZO O UNA ADESIONE AL VOTO COME STRUMENTO PER CAMBIARE GOVERNO,A RENZI LO SCARICA):
http:/iltempo.it/politica/2016/04/15/re-giorgio-senti-chi-parla-stop-a-manovre-di-palazzo-1.1529652
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16 APRILE 2016:LA STAMPA DEL GIORNO DOPO
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-TITOLARI SU LA STAMPA:
1-BLITZ
esteri
A Washington Schaeuble sigla la tregua con Draghi
ALESSANDRO BARBERA, INVIATO A WASHINGTON
REAZIONE:NO,DRAGHI DEVE DIMMETERSI
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2-GIUSEPPE DE GIORGI,TUTTO FALSO?
L’ammiraglio De Giorgi: “Non ho mai frequentato Gemelli. Festini in nave? Tutto falso
grazia longo
REAZIONE:NIENTE IMPUNITA
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3-NO,NESSUNA SVOLTA,PREGHI A SANT'ANTONIO

esteri

Il piano di Renzi inviato a Bruxelles per la svolta europea sui migranti In Italia sbarcano oltre mille profughi al giorno

REAZIONE:"NO-PAPERS,CONCETTO COMPACT,"EU-AFRICA BONDS",EU-MIGRATION BONDS,ECC QUESTI SONO ALCUNE PAROLE CHIAVI DEL "PIANO RENZI".MA...QUALE PIANO?E' UNA VERSIONE AFRICANA DELLA SOLUZIONE TURCA PER LA GRECIA A SCOPO DI GESTIRE LA NUOVA ONDATA DI MIGRAZIONE LIBICA CHE  COME CONTROCOLPO AL RIFIUTO DI SERRAJ E LE LARGHE INTESE DEL MEDIATORE ONU SI RIVERSA SUL'ITALIA.

INSOMMA,QUESTO PREMIER CORROTTO "ITALIANO" PIU CHE MEDIOCRE E' BUFFONE E NON AVENDO IDEE PROPIE E SI LIMITA A COPIARE LE IDEE ALTRUI.

E PER QUANTO LA SOLUZIONE TURCA DELLA MERCKEL PER LA GRECIA SUI MIGRANTI SIRIANI SIA STATO UN CEDIMENTO AI RICATTI TURCHI ALL'EUROPA INAUGURATI DALLA LEGA AI TEMPI DI BERLUSCONI-LEGA-KADAFY,ED ESSENDO ANCHE UNA COPIA ALLA SOLUZIONE AUSTRALIANA PER I MIGRANTI ASIATICI ARRIVATI SULLE SUE COSTE,RESTA IN PRATTICA:LA MELA DELLA SAPIENZA NON LA REGALANO DA NESSUNA PARTE E SANT'ANTONIO C'E NE UNO SOLO,QUELLO DEL TITOLO.

(SE VOLETE LEGGERE LA NOTA COMPLETA DEL GIORNALE CATO-COMUNISTA LA STAMPA INCOLLATE SUL VOSTRO BROWSER QUESTA DIREZZIONE:

http:/lastampa.it/2016/04/15/esteri/piano-di-renzi-per-una-svolta-europea-sui-migranti-Zx4YKRMkJ74ebHJfWaQ6bK/pagina.html

APPENDICE:VI LO RACCOMANDO

-SU LA STAMPA:

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Esteri
REUTERS
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Articolo tratto dall'edizione in edicola il giorno 16/04/2016.
Sostegno ad Haftar e armi al Cairo, Italia infastidita dall’alleato francese
Il New York Times: vergognoso silenzio di Parigi sui diritti umani
L’irritazione era nell’aria da giorni. Da quando è stata resa nota la visita del presidente francese François Hollande in Egitto, lunedì prossimo, che assicurerà a Parigi un bel pacchetto di contratti, negli ambienti politici e diplomatici, italiani ma anche europei, si è diffuso un malcelato disappunto. Nel mezzo del caso Regeni, mentre il nostro ambasciatore Maurizio Massari è a Roma per consultazioni e l’Italia riflette sulle misure «proporzionate» da adottare per convincere gli egiziani a un..continua
francesca schianchi
http:/lastampa.it/2016/04/16/esteri/sostegno-ad-haftar-e-armi-al-cairo-italia-infastidita-dallalleato-francese-pJSNcn8RabY7UAdbpoyfUJ/premium.html
REAZIONE:IO NON SONO ABBONATO A LA STAMPA.
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16 APRILE 2016:TOCCA AL GLIFOSATO
-SU GOOGLE NEWS:
GLIFOSATO, TUTTI I NOMI DEL PD CHE HANNO DETTO SÌ PER ALTRI 7 ANNI
GLIFOSATO, TUTTI I NOMI DEL PD CHE HANNO DETTO SÌ PER ALTRI 7 ANNI
di Mirko Busto*

Il Pd ha votato favorevolmente al rinnovo dell'uso del glifosato per altri 7 anni. Il famoso pesticida definito ‘probabilmente cancerogeno’ dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sarebbe dovuto essere messo al mando definitivamente. Ma grazie al compromesso, in perfetto stile piddino, si è di fatto impedito il divieto di questa sostanza dannosa per l’ambiente e per la salute.

Oltre al danno la beffa, perché adesso il Pd, con la complicità dei media, sta diffondendo notizie false per potersi salvare la faccia davanti ai cittadini mentre nei fatti continua ad assecondare gli interessi delle lobby dei fitofarmaci.

Ecco quindi la lista dei nomi degli europarlamentari del Pd che hanno votato sì al glifosato nei nostri campi: Brando Benifei, Goffredo Bettini, Simona Bonafé, Mercedes Bresso, Renata Briano, Nicola Caputo, Caterina Chinnici, Silvia Costa, Andrea Cozzolino, Nicola Danti, Isabella De Monte, Elena Gentile, Michela Giuffrida, Roberto Gualtieri, Luigi Morgano, Alessia Mosca, Massimo Paolucci, Gianni Pittella (presidente della Commissione ambiente del Parlamento Europeo), David Sassoli, Renato Soru, Patrizia Toia, Daniele Viotti, Flavio Zanonato.

E in questo link potete leggere come stanno andando le cose davvero al Parlamento Europeo ---> http:/wp.me/p3A6W8-2A6 http:/lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=14817&pg=15237

 

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